Culmina nel monumento più famoso al mondo il progetto di pittura Genius Loci, tra i più complessi e originali del panorama internazionale. Presentato proprio a Roma, nel 2017, a Palazzo Massimo, farà tappa finale nell’antico ring dei gladiatori, luogo simbolo della storia, dove i due artisti realizzeranno le loro opere ricavate dalle muffe dell’Anfiteatro Flavio. Un messaggio forte in un luogo oggi simbolo di bellezza e di pace.
Realizzare quadri con le muffe, quelle che giacciono nei siti archeologici e raccontano la storia antica del mondo e la vita reale che attraversò quei luoghi nei secoli. Bellezza e arte che si originano dall’inaspettato. Perché è a partire da questo principio operativo e concettuale che il duo TTozoi, gli artisti Stefano Forgione e Giuseppe Rossi, realizzano i loro quadri. “Siamo onorati di poter creare arte in uno dei monumenti più belli e conosciuti al mondo come il Colosseo – ci tengono a sottolineare – e di poterlo fare in modo informale e spontaneo. La polvere e le muffe, che si sono accumulate nei secoli in questo luogo magico, simbolo della storia del mondo che è passata da lì, dipingeranno le nostre tele. Ed è la prima volta in assoluto, nella storia dell’arte, che ciò accade”.
Genius Loci, il loro progetto di pittura tra i più complessi e originali del panorama internazionale, toccherà la forma massima. Un’idea partita proprio da Roma nel 2017, con una presentazione a Palazzo Massimo, che nel corso di questi anni li ha visti protagonisti nei più importanti siti Unesco italiani: dalla Reggia di Caserta, a Pompei, passando per la Casa Romana di Spoleto fino all’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, l’ultimo, in ordine di tempo, ad aver elaborato la loro arte (settembre 2021 ndr) . Un lungo viaggio, che si conclude nel cuore della storia antica e nel monumento più conosciuto al mondo. Lì dove un tempo c’erano fiere e gladiatori, padroni della forma e combattenti dentro la natura imponente del mondo Romano.
L’arte dei TTozoi? Usare polvere e muffe accumulate nel tempo per creare nuova vita, da qui il loro nome che deriva, appunto, da spermatozoi. Le loro tele nascono grazie al Genius dei luoghi dove transitano e sostano. E proprio questo accadrà per circa un mese al Colosseo, dove i telai depositati in situ dal 22 aprile, resteranno a formarsi fino alla fine di maggio. Una volta trasformati in opere dalla natura informale, saranno esposti a settembre in una grande mostra, sempre a Roma, che racconterà l’intero percorso Genius Loci.
Ma perché parlare di arte informale nel 2022? Si tratta di un linguaggio nato nel Dopoguerra, risultato di una tragedia mondiale che portò molti artisti a ricreare una nuova natura del quadro, densa di dolori e lacerazioni, paure ancestrali e catarsi dello spirito. Per i TTozoi, cresciuti negli anni della Transavanguardia e dei nuovi linguaggi tecnologici, era il recupero sensato di uno stile.
“Quello che resta impresso sulle nostre opere – spiegano Stefano e Pino – appartiene alla biologia del luogo e dipende anche dai tempi di permanenza nei siti storici, dove lasciamo che le muffe naturali sui telai diventino forma attiva e immagine pulsante. Una forma che possiamo solo ipotizzare ma mai realmente preventivare con certezza. Nutrendosi della sola parte organica, le spore interagiranno con l’opera secondo uno schema ignoto, apparentemente caotico ma in realtà governato dalle leggi della natura e dalle nostre mani”.
Visto che nulla accade per caso, precisiamo che sono gli stessi TTozoi a decidere, con metodo e disciplina, quando fermare il processo di proliferazione. Ed ecco allora formularsi un intero arco di memorie astratte, tra giochi di colori e di luce che si fondono nel tempo, tra il fascino antico della Storia e la creatività dell’arte contemporanea.
Il risultato? Quadri di varie dimensioni che toccano le corde visuali dell’empatia sensoriale. Qualche anno fa l’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco ha voluto che lasciassero il segno anche a Fort Point, un ex fortino americano della guerra di secessione. A conferma di un tratto distintivo e universale che si adatta al ciclo biologico dei luoghi, assumendo, di volta in volta, forme e colori diversi, che sono il frutto di una condizione preesistente e della storia che fu. Il simbolo sulle loro tele cambia, infatti, colore in ogni luogo dove si genera arte. “Questa volta sarà arancione”.
In realtà non esiste luogo in Italia dove non si possano realizzare quadri con le muffe. “Il nostro Paese – sottolineano I TTozoi – è pieno di opere d’arte e monumenti bellissimi. Ci piacerebbe continuare a girare l’Italia, senza dimenticare però da dove siamo partiti: una fiera a Bologna, dove erano esposte le nostre opere, e un’intuizione, quella di Stefano Marzotto, uno dei figli di Marta, che puntò sul nostro lavoro e ci chiese di realizzare opere per il suo lanificio. Fu allora che capimmo che il luogo poteva fare la differenza. Oggi però, un grazie speciale va a Marco Bracaglia che ci sostiene nei complessi passaggi della nostra visione progettuale”.
Marco Bracaglia è fondatore e amministratore di WEM Empowering Art Platform. L’imprenditore 39enne, con un passato nell’industria dell’acciaio, che ha supportato diversi artisti italiani con la strategia dei mecenati contemporanei e che ha puntato sul lavoro dei TTozoi, rimanendo: “Letteralmente folgorato dal loro modo unico di creare arte”.
“Il progetto Genius Loci, che è patrocinato dal Ministero per i Beni Culturali – spiega il curatore Gianluca Marziani – ha dimostrato, là dove l’arte si è già realizzata, quanto il luogo sia l’artefice del cosiddetto vuoto d’intervento, una vera e propria attesa, successiva all’azione simultanea a quattro mani sulla tela, che diventa arte informale e al tempo stesso concettuale. Un evento tra casualità e controllo che radicalizza il legame tra Arte e Natura” .
FOTO: Simone Piresti