Il mio Natale tra Napoli e il Salento

La scrittrice Annavera Viva è nata a Galatina (Lecce) ma vive a Napoli dal 1982. E’ autrice di numerosi racconti, molti dei quali finalisti in premi letterari nazionali ed internazionali. Ha scritto tre romanzi gialli ambientati al rione Sanità a Napoli e sta lavorando ad altre imminenti novità.

Partiamo dai piatti del sud legati alla tradizione natalizia. 

La cucina della tradizione Natalizia di tutto il Sud Italia è talmente ricca e varia che classifiche non se ne possono fare. Ci sono moltissimi elementi in comune, preparati in tantissime varianti. Alla base di tutte c’è il pesce della vigilia e una serie di brodi e minestre per il giorno di Natale. Le fondamenta su cui ruotano tutti i dolci è, invece, il miele. Nel Salento, ad esempio, un dolce della tradizione sono le cartellate e i porceddruzzi: fiocchetti e gnocchi di una pasta leggerissima fritti e poi cotti nel miele e infine decorati con miele e anesini. Diversamente in Campania abbiamo gli struffoli, impasto leggermente diverso ma condimento simile. Le stesse radici sviluppatesi in forme differenti

Come vivrà  il Natale quest’anno?

Cercherò d’integrare le due diverse tradizioni, sia culinarie che formali. La processione di mezzanotte dove tutti i commensali, ognuno con una candelina accesa, fanno il giro della casa cantando “Tu scendi dalle stelle” diretti al Presepe e preceduti dal bambino più piccolo che reca in mano Gesù bambino che deporrà, poi, nella mangiatoia. È un rito di nascita molto bello e vale anche come benedizione della casa tutta.

L’ottimismo è un sentimento che coltiva o preferisce altro?
Direi più il realismo, cerco di fare la mia parte affinché le cose vadano per il meglio.

Passata la bufera di quest’anno in cui ogni certezza è andata persa, torneranno tutti come prima?

Credo di si. Per quanto questa vicenda sia stata devastante la dimenticheremo. Non come episodio ma come sensazioni. Man mano che ci sentiremo più sicuri torneremo in fretta a come eravamo. Ne abbiamo avuto l’esempio in estate. Questo è sicuramente un bene dal punto di vista dei progetti, delle speranze e della vita che vince sempre e comunque. Un male perché molte delle lezioni che avremmo dovuto imparare, probabilmente, andranno perse. Prima tra tutte, il rispetto e la difesa della natura, che  dovrebbero essere la nostra priorità assoluta. Se la natura è in pericolo, la nostra stessa esistenza lo è. Io vorrei che tutti noi lavorassimo e c’impegnassimo a ricordarlo, sempre.

red