di Gigetto Fusco
Presso il Cimitero di Santa Maria del Pianto a Napoli, con la presenza della Sig.ra Elena Alessandra Anticoli de Curtis, nipote del grande Totò, giornalisti di varie testate e una folta rappresentanza del Cuore pulsante del Rione Sanità e di Napoli tutta, é stata svelata l’opera “Totò… ‘A Livella” realizzata dallo scultore laziale Ignazio Colagrossi. La scultura è stata installata all’interno della Cappella gentilizia, appartenente alla Famiglia de Curtis.
Sotto un cielo plumbeo che aveva da poco smesso di piangere lacrime di commozione, l’Opera è stata Benedetta dal Parroco del Cimitero al termine di una toccante funzione religiosa. Lo stupefacente altorilievo farà da cornice ai preziosi cimeli che adornano la tomba di Totò tra questi, la leggendaria Bombetta appartenuta al Principe della Risata. Una serie di eventi, alcuni imprevisti altri meno, hanno fatto in modo che l’opera venisse collocata nel luogo che, in definitiva, è apparso il più consono ad accoglierla.
Nessun Teatro per quanto prestigioso, nessuna Piazza cittadina per quanto ambita, avrebbe potuto soddisfare appieno il senso più intimo dell’Opera, che sposa splendidamente con la Poesia e con i Sentimenti del Principe di Bisanzio : ” Perciò, stamme a ssenti, nun fa ‘o restivo, suppuorteme vicino che te ‘mporta? Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive Nuje simmo serie, appartenimmo à morte!”
Vi era stato il concreto “rischio”, infatti, che la Creatura del Maestro Colagrossi trovasse diversa collocazione, ma complice il fato, che ha fatto in modo che il primo committente dell’opera avesse un successivo ripensamento, complice la farraginosa macchina burocratica dell’Ente comunale di Napoli, che ha impedito di coltivare con successo il gesto di liberalità del Maestro Colagrossi allorquando, svanita la trattativa privata, l’Artista ha offerto in dono la Scultura alla Città di Napoli, l’Opera ha trovato la sua più consona e adeguata collocazione.
Figlio del destino, è stato anche l’incontro tra l’Artista ed Elena Alessandra Anticoli de Curtis la quale, ammirata la scultura, si è visibilmente emozionata. Dinanzi a tale commozione il Maestro Colagrossi non ha avuto dubbi : l’Opera doveva rimanere tra le mani del Sangue di Totò. Quindi il gesto altrettanto nobile della discendente del Principe, di collocare il prestigioso dono, nel luogo più importante ma soprattutto più intimo e familiare, l’Eterna Dimora del Nonno, che Totò volle farsi costruire, ancora in vita, al Cimitero del Pianto, decisamente nella Sua Napoli.
Ho avuto il privilegio e l’onore di accompagnare Ignazio durante un suo sopralluogo alla Cappella, appena solcato l’ingresso, sono stato avvolto da un’atmosfera magica, fatata, in cui mi è sembrato di avvertire la presenza, paradossalmente ancora viva, di Totò. Un’ Opera, quella di Colagrossi, partorita da un grande tormento interiore dell’artista prenestino, ma soprattutto, da un suo immenso sentimento d’amore nei confronti del Principe della Risata. Allo stesso tempo, un’opera coraggiosa.
Nella scultura, ispirata alla poesia di Antonio de Curtis ” ‘A Livella”, Colagrossi, compenetrandosi nei sentimenti più profondi del genio napoletano, ha svolto un toccante e travagliato viaggio introspettivo, richiamando alla memoria incontri ed esperienze di vita proprie. Tale ispirazione ha condotto l’ Artista ad aggiungere nella “sua” Livella un personaggio nuovo, affiancandolo a quelli noti.
La figura rievoca Raffaello, un clochard che l’artista ha conosciuto per caso, diventandone subito amico, rimasto affascinato dalla sua umanità e dalla enorme dignità nel vivere la sua condizione di barbone.
Tale personaggio, scomparso purtroppo da qualche anno, ha certamente contribuito all’enorme travaglio che da sempre tormenta l’animo sensibile di Ignazio, solito ad insofferenza dinanzi alle ingiustizie della vita.
Il sentimento di amicizia tra Colagrossi e il decoroso clochard, ha costituito l’occasione attraverso cui l’Artista ha potuto sviluppare la sua particolare e personale concezione della Poesia, del Pensiero e dei Sentimenti più intimi di Totò.
Raffaello meritava l’onore di essere rappresentato nell’Opera e Colagrossi, con un atto di coraggio e d’amore infinito, non ha esitato ad affiancarlo al Marchese, signore di Rovigo e di Belluno, e a don Gennaro, ‘o muorto puveriello, lo Scopatore, nella profonda convinzione che l’ animo nobile del Principe di Bisanzio non si sarebbe risentito di tale intrusione ma, al contrario, avrebbe condiviso la scelta.
Decisione, quella di Colagrossi, che rievoca quella nobilissima di Totò allorquando, il Principe, volle che nella sua Cappella venissero accolte le spoglie di Liliana Castagnola, la giovane e bella attrice morta suicida per amore, dopo che la loro relazione sentimentale si avviava tristemente al declino. In questo binomio di scelte d’amore, dolorose e tormentate si incrociano, stringendosi in un fraterno abbraccio, la nobiltà d’animo del Principe di Bisanzio e la purezza dei sentimenti dello Scultore prenestino.
Grazie, dunque, Principe de Curtis per l’eccezionale eredità di sentimenti, di valori, di senso umanità e di napoletanità che hai lasciato in tutti noi, grazie Elena per una decisione che Ti fa onore, grazie Ignazio per averci dato ancora una volta conferma che Totò è universale e che il suo nobile cuore sa battere forte anche in chi non é stato partorito nella terra di Partenope.
Da oggi, dunque, presso il Camposanto del Pianto, che da Caruso a Scarpetta, da Taranto a Totò accoglie illustri spoglie, sarà custodita la Scultura del Maestro Ignazio Colagrossi “Totò… ‘A Livella” intimamente collocata nella Cappella gentilizia della Famiglia de Curtis a cui l’Artista ha voluto farne dono con la seguente motivazione : A te Totò! L’espressione della mia Anima, per il comune amore e travaglio esistenziale. A TUO MERITO! L’interpretazione della mia Livella in dono, ti farà compagnia in eterno.
Altre opere del Maestro Ignazio Colagrossi sono esposte in varie collezioni private, luoghi pubblici e Chiese.
Una copia della scultura di “San Giovanni Paolo II” è ubicata nella Sala Stampa della Santa Sede – Città del Vaticano.
“Il Volto di Cristo”, scultura in bronzo realizzata nel 1977, è stata inabissata nel 2010 nei fondali di San Felice Circeo (LT) dopo l’udienza generale del 14 aprile 2010 in cui Colagrossi é stato ricevuto dal Santo Padre Benedetto XVI, per la Benedizione della prima copia dell’opera.