Due pareggi, entrambi per zero a zero, iniziano ad essere una prova e non dei semplici indizi. Il Napoli ha qualcosa di inceppato nel suo meccanismo, la catena di trasmissione offensiva che tanto bene funzionava ad inizio anno sembra essersi fermata. Il miglior attacco è la Juventus, con 52 centri, seguito da quello dell’Atalanta (51) e della Roma (46). La squadra di Ancelotti è fuori dal podio, sembra passato un secolo dalle ubriacature sarriste e dalla prolificità di settembre. Certo, Lafont prima e la difesa del Torino poi hanno fatto valere la loro stoffa, ma è indubbio come Insigne abbia abbassato i ritmi, Mertens abbia smarrito la via del gol, Milik sia ancora troppo evanescente.
Domenica prossima, alle ore 18.00 al Tardini, si deve dare una risposta anche in questo senso. All’andata, guarda caso, era finita 3 a 0 per i partenopei con doppietta del bomber polacco e marcatura dopo 4 minuti di Lorenzo il Magnifico. 23 gol nelle prime 12 partite della stagione, praticamente la media di 2 a partita. Ma era un tempo in cui tutti i sogni erano intatti: la Champions League un mondo da esplorare con l’esperienza di Carletto, il campionato una sfida da vivere con una consapevolezza nuova. A febbraio gran parte degli obiettivi è svanito nel nulla: fuori dalla fase a gironi di Champions League, la Juventus lontana 13 punti in classifica per effetto di uno score nettamente inferiore a quello realizzato da Sarri nella stagione 2017-2018. Non c’è più nemmeno il capitano, la bandiera degli ultimi dieci anni, quel Marek Hamsik volato in Cina alzando bandiera bianca sulle aspettative future del Napoli.
Ma non è il tempo di fermarsi, di tirare i remi in barca. Anche perché dall’Europa League arrivano notizie buone: archiviata col minimo sforzo la pratica Zurigo (gol di Verdi e Ounas nel ritorno) ora i partenopei sono tra i favoriti assoluti per la vittoria finale, quotazioni cresciute anche in virtù del sorteggio favorevole di Nyon per gli ottavi di Finale che li vedrà opposti al Salisburgo.
Il futuro allora è qualcosa da aggredire senza lasciare di essere assaliti. Se la Juventus è lontanissima, imbattibile, fa un campionato a parte, il Napoli deve essere a capo dell’opposizione, la prima in lista per l’eredità, per sfruttare qualsiasi passo falso, in questa stagione o in futuro. Ecco allora che ogni partita diventa fondamentale, anche quella contro il Parma, al Tardini. Dove il Napoli, dal 2010 ad oggi, ha perso solo una volta, nel 2014. 4 vittorie partenopee negli ultimi 6 precedenti in casa dei Ducali, una statistica che avvalora il segno 2 quotato 1.45.
Solo 6 successi del Parma invece nelle sfida dal 2000 ad oggi, per una squadra che non vince in campionato dal 19 gennaio, nel 1 a 2 contro l’Udinese, viene con le ossa rotte dal 2 a 1 in casa del Cagliari ma ha in curriculum un pareggio clamoroso per 3 a 3 contro la Juventus e una prestazione autorevole nella sconfitta contro l’Inter. Ecco giustificata la quota 7.50 per il segno 1 mentre attenzione al piazzamento del Gol Sì, 2.05: 5 delle ultime 7 sfide tra le due squadre ha visto questo segno. Ma soprattutto al Tardini si sfideranno quattro attaccanti tutti a quota 8 in classifica marcatori: Inglese e Gervinho da un lato, Mertens e Insigne dall’altro. Qualcuno salirà per forza.