Il teatro di Eduardo e il suo enorme potenziale educativo

A Giugliano “Il berretto del Laureato”, libro di Anna Menafro e Mariarosaria Amodio

di Mariateresa Di Pastena

Nel teatro della scuola media statale Gramsci-Impastato di Giugliano in Campania, sarà presentato, mercoledì 30 maggio, alle ore 10, il libro “Il berretto del laureato” (casa editrice PM, di Marco Petrini, 167 pagine, euro 15.00). Le autrici, Anna Menafro e Mariarosaria Amodio, sono due docenti di materie letterarie della suddetta scuola, e questa non è la loro prima esperienza letteraria.  Il teatro, in particolare,  è la seconda passione che  le accomuna  e che amano condividere prima di tutto con i loro studenti. Questi ultimi saranno, infatti, ancora una volta, i protagonisti, recitando anche nell’ambito della presentazione (al termine della quale avverrà  la premiazione per il concorso letterario “Eduardo”, bandito dalla dirigente scolastica della scuola, Caterina Pennacchio, e che vedrà come moderatore il presidente del SeLF, Secondigliano libro Festival, Salvatore Testa).
Due testimoni, le nostre autrici, del fatto che, mai come oggi, la scuola non è, non può, e non vuole essere semplicemente mera trasmissione di nozioni e di regole, ma un mondo parallelo in cui possa avvenire  uno scambio di culture e riflessioni, e nel quale i ragazzi possano sentirsi  parte attiva. Perché, proprio come affermava giustamente il saggio filosofo greco Plutarco, “gli studenti non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”.
Il testo mette a confronto due commedie di due grandissimi autori del Novecento, Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello: “Gli esami non finiscono mai”, del primo, e “Il berretto a sonagli”, del secondo, quest’ultima nella traduzione napoletana di Eduardo.

Abbiamo rivolto alcune domande ad una delle autrici, Anna Menafro.

Com’è nata quest’idea?
Il teatro di Eduardo ha un enorme potenziale educativo, ed è, tra l’altro, attualissimo: trasmette dei valori e dà ai ragazzi l’opportunità della drammatizzazione. Le tematiche che vi troviamo  sono l’incomunicabilità, il difficile e delicato rapporto uomo-donna; il filo conduttore del confronto è il tradimento, presente in entrambe le opere.
Che cos’altro propone il testo?
Oltre alle due commedie, riportate in maniera integrale, all’inizio c’è una breve introduzione del teatro del Novecento, anche di quello soffocato, durante il fascismo; poi ci sono notizie sulla biografia dei due autori  e riflessioni sulle due lingue teatrali, quella siciliana, di Pirandello, e quella napoletana di Eduardo, che vengono confrontate e contestualizzate nel momento storico da loro vissuto e alla luce dell’amicizia che li ha legati. Ci tengo a sottolineare la preziosa prefazione di Giulio Baffi, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ed ex direttore dello storico Teatro San Ferdinando di Napoli proprio all’epoca di Eduardo, anzi, voluto da quest’ultimo e che ha affiancato per anni. Alla presentazione del libro, naturalmente, sono stati invitati anche il Sindaco di Giugliano in Campania, Antonio Poziello, e l’Assessore alla Pubblica Istruzione, sempre di Giugliano, Miriam Marino.
In che modo, il libro, può essere utile ai ragazzi?
La conoscenza dei testi teatrali è un valido strumento, per gli insegnanti. Il teatro fa sperimentazione, favorisce il senso democratico, la relazione e l’inclusione, fondamentali per i ragazzi. La formazione di questi ultimi avviene soprattutto dando loro dei modelli, delle alternative, proponendo argomenti sempre attuali ma in modo diverso. Inoltre, il libro è corredato da un apparato didattico (on-line), che propone anche collegamenti interdisciplinari e spunti per l’approfondimento di  tematiche quali la famiglia, la frequente l’assenza del dialogo, che invece è importantissimo, il crescente e preoccupante fenomeno del  femminicidio.
Dunque, la riscoperta dei valori attraverso i nostri grandi autori?
Proprio così! I ragazzi impareranno  a conoscere, e ad amare, il nostro grande patrimonio artistico e a fare tesoro dei messaggi importanti che può trasmetterci.