Venerdì 24 giugno alle ore 16.30 presso la Sala Conferenze dell’Hotel Cavaliere di Scario “La Dieta Mediterranea come volano dello sviluppo economico e turistico del Mezzogiorno” sarà il tema del convegno con cui l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli presenterà la seconda edizione del Corso di Perfezionamento ed Alta Formazione in Management Turistico organizzato nel Golfo di Policastro in collaborazione con il Comune di San Giovanni a Piro e il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Il convegno sarà aperto dagli interventi del Sindaco di San Giovanni a Piro, Ferdinando Palazzo e del Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, Tommaso Pellegrino. L’assessore alla Cultura del Comune di San Giovanni a Piro, Franco Maldonato, introdurrà le relazioni di Marino Niola, direttore del MedEatResearch dell’Università Suor Orsola Benincasa, il primo Centro di Ricerca universitario italiano specificamente dedicato alla Dieta Mediterranea, e di Elisabetta Moro, coordinatore scientifico del Corso di Alta Formazione in Esperto in Educazione alimentare e pedagogia della Dieta Mediterranea dell’Università Suor Orsola Benincasaed autrice del volume “La dieta mediterranea. Mito e storia di uno stile di vita” (Il Mulino Editore).
“La Dieta Mediterranea – anticipa l’antropologo Marino Niola – non è solo un importante stile di vita che concilia gusto e salute, longevità e salvaguardia delle biodiversità, essere e benessere, ma, grazie alla crescente attenzione internazionale alla qualità dei prodotti, all’agricoltura di prossimità, al turismo enogastronomico e alle eccellenze agroalimentari, la promozione della Dieta Mediterranea apre alla Campania, al Cilento e al territorio del Golfo di Policastro delle vere e proprie autostrade di sviluppo economico. È evidente, però, che per cogliere questa grande occasione storica, è necessaria una pedagogia della dieta mediterranea finalizzata alla formazione di nuovi profili professionali, sempre più green, gli unici in grado di trasformare grandi tradizioni in vocazioni produttive e quindi il passato in futuro”.
L’alta formazione universitaria approda nel Golfo di Policastro: da Scario a Maratea un’alleanza tra Università e istituzioni per la formazione dei nuovi manager del turismo
Al termine delle relazioni di Marino Niola ed Elisabetta Moro, il direttore del Centro di Lifelong Learning dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Fabrizio Manuel Sirignano, presenterà le novità della seconda edizione del Corso di Perfezionamento ed Alta Formazione in Management turistico, frutto della sinergia formativa con il Parco Nazionale del Cilento ed il Comune di San Giovanni a Piro. Tre regioni (Campania, Basilicata e Calabria) che si incrociano in uno dei golfi più affascinanti del Mediterraneo: il Golfo di Policastro. Un luogo di incantevole bellezza e di grande attrattività turistica che proprio per questo è diventato anche la sede di un grande patto per l’alta formazione dei futuri manager del turismo. L’idea è della più antica libera Università italiana, l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, già sede del primo corso di laurea italiano specificamente dedicato al turismo culturale e di un percorso di alta formazione sul management alberghiero realizzato in collaborazione con Federalberghi.
“Questo nuovo percorso accademico – anticipa Sirignano – nasce con un preciso obiettivo strategico: promuovere il Golfo di Policastro attraverso la formazione di professionisti che siano in grado di sviluppare al meglio le potenzialità di un territorio ricco di storia, di tradizioni e di beni culturali ed ambientali che ne fanno un unicum nel panorama nazionale ed internazionale”. Dal web marketing allo storytelling, saranno fortemente votate all’innovazione le lezioni del corso che si svolgerà ottobre a dicembre (iscrizioni aperte fino al 12 settembre) con due incontri settimanali presso prestigiose strutture alberghiere tra Scario e Maratea.In cattedra ci saranno manager, imprenditori e docenti universitari esperti di vari settori: dall’economia al management, dalla formazione delle risorse umane alla progettazione dell’offerta turistica.
La neonata Piramide Universale della Dieta Mediterranea sbarca nel Golfo di Policastro
Ed a proposito di valorizzazione del territorio durante le lezioni del corso un modulo di approfondimento speciale sarà dedicato allo studio della Dieta Mediterranea, un patrimonio dell’umanità certificato dall’Unesco che proprio nel Cilento e quindi anche nel Golfo di Policastro ha una delle sue culle principali. In cattedra l’antropologo, Marino Niola, che curerà un percorso di ricerca e approfondimento sulla neonata Piramide Universale della Dieta Mediterranea ideata ed elaborata dal comitato scientifico del MedEatResearch, con l’obiettivo di allargare il concetto della piramide nutrizionale tradizionale alle pratiche sociali e agli stili di vita. “Per la salute e il benessere psicofisico dell’individuo – anticipa Marino Niola, direttore del MedEatResearch del Suor Orsola – non basta calibrare nel piatto proteine, carboidrati e vitamine, altrimenti ci potremmo alimentare direttamente in farmacia. Sono necessari anche e soprattutto un ambiente sano, ritmi umani e convivialità”.
La nuova Piramide Universale della Dieta Mediterranea si propone, perciò, soprattutto come uno stile di vita universale, che fa bene agli uomini, alla società e al pianeta. “Seguire la Dieta Mediterranea – spiega Marino Niola – non significa mangiare un pomodoro in piedi davanti ad un frigorifero, si tratta, invece, di assumere uno stile di vita, antico e moderno, che è fatto di tanti comportamenti che ruotano attorno alla tavola e che hanno lo scopo di rinsaldare i legami sociali e il senso di solidarietà tra gli uomini e il loro ambiente. Non a caso la parola diaita, in greco antico, significa stile di vita e non perdere sette chili in sette giorni”.
Dalla convivialità allo “spreco zero” sette parole chiave della nuova Piramide Universale della Dieta Mediterranea
Attività fisica e convivialità sono due delle sette parole chiave alla base della nuova Piramide Universale della Dieta Mediterranea elaborata grazie al lavoro di gruppo del Comitato Scientifico del MedEatResearch, il Centro di Ricerche Sociali sulla Dieta Mediterranea dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, composto tra gli altri dal presidente di Slow Food International, Carlo Petrini, dal diabetologo di fama mondiale, Gabriele Riccardi, membro del direttivo del gruppo di studio su “Nutrizione attività fisica e metabolismo” dell’American Heart Association, dal presidente della Società Italiana per lo Studio dell’Obesità,Franco Contaldo, e dallo chef stellato Alfonso Iaccarino.
Al primo posto c’è la convivialità, che, come spiega Marino Niola, direttore del MedEatResearch, “da sempre rappresenta una ricetta infallibile per consolidare i legami di amicizia e fraternità tra le persone, come tra i popoli”. Poi la tradizione “che è il deposito di questo patrimonio culturale che si è stratificato nei secoli e che è un repertorio infinito di cattedrali del gusto”. La stagionalità “che è un principio etico ed estetico, perché consumare i prodotti stagionali significa ridurre l’inquinamento ambientale e, al tempo stesso, significa mangiare alimenti più saporiti e che hanno subìto minori trattamenti per la loro conservazione”. L’Attività fisica, perché “la vita all’aria aperta e il movimento incidono enormemente sulla salute”. Infine ci sono altri tre concetti semplici, ma efficaci, che declinano al futuro il verbo della dieta mediterranea. Insieme, che, come ha evidenziato Niola, “è un invito a cucinare insieme, donne e uomini, per almeno due ragioni: perché è importante nutrirsi di real food, il cibo vero, e perché l’eredità millenaria della dieta mediterranea va custodita e rinnovata giorno per giorno nei gesti che ciascuno compie in cucina, con una responsabilità che va condivisa fra i generi, in nome dell’uguaglianza e della distribuzione equa dei compiti lavorativi e domestici, ma anche per il bene delle future generazioni che meritano di ricevere questo patrimonio dell’umanità in buono stato di conservazione”.Anche per questo è fondamentale un altro concetto, quello di portare “A scuola” la cultura, i valori e la storia della dieta mediterranea perché “solo una sana e consapevole conoscenza del cibo può favorire comportamenti virtuosi e gioiosi”.
L’educazione alimentare, infatti, per gli studiosi del MedEatResearch “non deve essere un decalogo di norme restrittive, ma una riflessione a tutto tondo sul valore che il cibo ha avuto e avrà sempre nella storia dell’umanità”. Ecco perché il concetto conclusivo è Zero sprechi, perché “in un mondo dove 800 milioni di persone soffrono la fame, è un dovere morale evitare gli sprechi e impegnarsi perché il cibo arrivi anche a chi non ne ha”. Sette parole chiave che rappresentano, dunque, anche una ricetta di longevità, perché come sottolinea Niola “fin dalla sua scoperta la dieta mediterranea è stata considerata uno stile di vita, che fa bene alle persone, alla società e all’ambiente e soprattutto che allunga la vita”. Non a caso, evidenzia Niola, “il suo scopritore, lo scienziato americano Ancel Keys, è morto a 101 anni e sua moglie e collaboratrice Margaret Honey a 97”. E fu proprio Keys a ribattezzare il Cilento, dove si stabilì nel 1964, il Triangolo della Lunga vita, a causa degli alti tassi di longevità dell’area, paragonabili a quelli giapponesi e molto superiori alla media italiana.