La necessità di preservare e migliorare, ove necessario, la qualità della vita è oggi sentita dalla popolazione e dagli amministratori. La bassa qualità dell’aria che respiriamo, inquinata da particelle sospese, da agenti chimici e da sostanze odorigene, genera una immediata percezione di pericolo causando stress emotivo e promuovendo comportamenti che, di fatto, limitano la libertà personale.
Segnali d’allarme da non sottovalutare, come sottolineato nel corso del workshop “Valutazione dell’Impatto Olfattivo”, promosso a Caserta dalla Seconda Università di Napoli, con Athena Spin-off e Osmotech.
“Si sente spesso affermare che gli odori non sono pericolosi per la salute – sottolinea la professoressa Maria Laura Mastellone, docente di Impianti Chimici e Biochimici del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche della SUN. – Questa asserzione è palesemente falsa: l’esposizione a cattivi odori genera sospetto, diffidenza, preoccupazione e, quindi, non consente di vivere e lavorare in modo sereno. Cosa si può fare per migliorare l’ambiente in cui viviamo e la qualità dell’aria? Prima di tutto dobbiamo conoscere ciò contro cui combattiamo!”.
- Cosa è l’odore?
- Come si misura?
- Come si controlla?
- Quali sono i margini per una legislazione efficace che impedisca il proliferare di sorgenti odorigene fuori controllo?
A queste domande ha tentato di dare risposte efficaci il workshop, che ha visto la presenza e il confronto di numerosi amministratori, pianificatori, dirigenti e funzionari degli enti di controllo, gestori di attività industriali e commerciali ad emissione odorigena.
Iniziativa che si inserisce anche in un momento storico importante: la Regione Campania, infatti, sta lavorando ad una proposta normativa sulla “Disciplina delle emissioni odorigene originate da attività antropiche”, elaborata con il contributo del Dipartimento, che ha l’obiettivo di controllare e limitare le esalazioni sgradevoli nei centri storici come nelle aree industriali. La proposta punta a risolvere tante emergenze che investono alcuni territori della Campania, specie a ridosso delle aree industriali, fornendo strumenti per intervenire tempestivamente con la sospensione – ed in ultimo la revoca – dell’autorizzazione ogni qualvolta il livello olfattivo ai confini dell’attività superi la soglia di disturbo.
L’iniziativa nasce da due audizioni sollecitate dai residenti di tre Comuni dell’Agro aversano e svoltesi in III Commissione speciale del Consiglio Regionale (Bonifiche, Terra dei Fuochi, Ecomafie e ciclo dei rifiuti) presieduta da Gianpiero Zinzi.