La mostra di Leonardo a Donnaregina al Museo Diocesano di Napoli si arricchisce da giovedì prossimo 30 marzo 2017 di un nuovo e prezioso elemento: la Tavola Lucana. Un dipinto su tavola raffigurante un ritratto di Leonardo da Vinci, ritrovato nel 2009 ed attribuito al maestro. L’opera si presenterà al grande pubblico appena restaurata, un lavoro di consolidamento del film pittorico magistralmente condotto dal professor Giancarlo Napoli e dalla sua équipe. Il dipinto, al di là della sua enigmatica attribuzione, risolve, dopo circa cinque secoli, la problematica sul riconoscimento delle fattezze di Leonardo, ed insieme al ritratto di profilo conservato a Windsor Castle, si riconosce quale vera ed affidabile testimonianza di una ripresa da vivo del maestro. La datazione, determinata da un folto protocollo di studi scientifici prodotti dai centri universitari di ricerca campani, colloca questo dipinto a cavallo tra Quattro e Cinquecento, offrendo agli studi e al grande pubblico un prezioso argomento sulle vicende artistiche del Maestro ed i suoi esercizi figurativi intorno ai cosiddetti ‘ritratti di spalla’.
La mostra Leonardo a Donnaregina – I Salvator Mundi, grazie alla grande accoglienza del pubblico al Museo Diocesano di Napoli, diretto da Don Adolfo Russo, è stata prorogata al 30 aprile.
Dopo circa trentaquattro anni, dalla celebre mostra di Capodimonte su Leonardo e il leonardismo a Napoli e a Roma, Napoli si presenta al centro del dibattito degli studi vinciani, attraverso la esposizione della famosissima tavola col Salvator Mundi (ex collezione del Marchese De Ganay), capolavoro del maestro di Vinci e della sua bottega, ed altri dipinti del suo affascinate atelier, come il Cristo Benedicente, del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, per la prima volta presentato con una attribuzione al pittore messinese Girolamo Alibrandi; ancora sullo stesso filone iconografico, sarà presentata anche la tavola col Cristo fanciullo del Salaì, il giovane e controverso collaboratore di Leonardo, accompagnata da diversi lavori di pittura di allievi leonardeschi come Marco d’Oggiono. In esposizione anche tre preziosi fondi grafici: il Codice Corazza (1640 circa), proveniente dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, il Codice Fridericiano, custodito presso la Biblioteca di Area Umanistica dell’Università Federico II, e il testo Napoli antica e moderna, datato al 1815, redatto dall’Abate Domenico Romanelli.
La mostra vede l’ideazione del maggiore esperto vivente del genio di Vinci, il Prof. Carlo Pedretti, Direttore dell’Armand Hammer Center for Leonardo Studies presso l’Università della California (U.C.L.A.) e la cura scientifica di Nicola Barbatelli. La rassegna, fortemente voluta da S.E.R. il Cardinale Crescenzio Sepe, promossa dall’Arcidiocesi di Napoli e dal Museo Diocesano, con il contributo della Regione Campania, è stata realizzata anche con la collaborazione della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/Madre Napoli, con il coordinamento organizzativo e gestionale della Scabec. Hanno offerto il proprio contributo scientifico numerosi studiosi: Margherita Melani, Francesca Campagna Cicala, Alfredo Buccaro, e Ranieri Melardi.