di Marco Martone
Si possono perdere le partite, si può incappare in un avversario più forte, si può scendere in campo in maniera meno determinata e decisa ma figuracce come quella rimediata contro il Lipsia, in Europa League, fanno male e rischiano di lasciare strascichi pesanti. Adesso qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di quanto visto al San Paolo, per fortuna da pochi spettatori, dato che la maggior parte dei tifosi avevano scelto, forse “mangiando la foglia”, di starsene lontani dell’impianto di Fuorigrotta in occasione di una gara che tutti, ambiente, società e squadra, avevano preparato nel peggiore dei modi possibili.
Eppure la coppa europea, così come la Coppa Italia, erano due obiettivi alla portata degli azzurri, sicuramente più “abbordabili” di quello scudetto che il Napoli sta cercando di vincere ma che resta un traguardo molto difficile, visto che l’avversario che lo contende è quella Juventus cannibale che non ha alcuna intenzione di mollare e che, dovesse uscire dalla Champions, sarebbe ancor più proiettata verso il settimo sigillo nazionale consecutivo.
Ma i giocatori del Napoli la loro scelta l’hanno fatta e lo hanno ampiamente dimostrato sul campo. Quelli che giocano poco hanno trotterellato per 90 minuti, alcuni con una sufficienza irritante, come Diawara, che ha di fatto costretto la squadra a giocare in dieci uomini. Sua è stata anche la giocata maldestra che ha consentito ai tedeschi di trovare il gol del momentaneo pareggio. Peggio di Diawara, se possibile, ha fatto Insigne, subentrato non si sa bene per quale motivo, nella ripresa e mai entrato nel vivo del gioco. Sul banco degli imputati anche un irriconoscibile Koulibaly, uno spento Hamsik e un poco reattivo Reina
Poche, veramente poco da salvare se non l’impegno di Maggio e il primo gol in azzurri di Ounas, poi sostituito. Nella gara di ritorno servirebbe il miracolo sportivo ma più opportuno sarebbe schierare una formazione sperimentale, lasciando a casa i titolari e dando spazio a qualche ragazzo della primavera.
A vedere il bicchiere mezzo pieno si può pensare che, ritorno a Lipsia a parte, gli impegni di Europa League sono quasi finiti e dunque Sarri potrà preparare le partite di campionato nel migliore di modi, sfruttando la settimana tipo. Cosa del resto che “rischia” di poter fare anche Allegri, visto che per la Juve ribaltare il 2-2 di Torino contro il Totthenam è impresa assai difficile. Il timore, invece, è che la sconfitta possa avere ripercussioni psicologiche sul gruppo, con i cosiddetti panchinari che si sentono sempre più esclusi e privi di certezze.
Il ko rende la partita contro la Spal un ostacolo più difficile da sormontare, perché Sarri si aspetta la reazione feroce della squadra e la gente adesso conta sul “patto” del gruppo per vincere lo scudetto.