Aveva solo sedici anni, era sceso in Italia, dalla Baviera, per riprendersi il trono che era stato del nonno, il grande Federico II e del padre Corrado IV. Quel trono era stato sottratto agli Svevi dal Papa, che aveva approfittato delle morti improvvise di Federico e di Corrado ed aveva insediato a Napoli e in Sicilia Carlo d’Angiò, il fratello del re di Francia. Un’usurpazione vera e propria. I ghibellini d’Italia convinsero così il giovane erede svevo, Corradino, ad armare un esercito e a tentare di riconquistare quell’Italia del Sud che la bisnonna, Costanza di Altavilla, aveva ceduto al figlio Federico II. Ma la sua non fu un’impresa fortunata. Accolto con grandi onori nelle città ghibelline e a Roma, si scontrò con l’esercito di Carlo d’Angiò a Scurcola Marsicana, in Abruzzo (e non a Tagliacozzo, come dice Dante). Una battaglia cruenta, conclusa con la sconfitta di Corradino, che tentò invano la fuga. Catturato in circostanze ancora non del tutto chiarite fu consegnato a Carlo d’Angiò che lo fece trasportare a Napoli e, in circostanze anche queste non del tutto chiarite, lo fece condannare a morte. L’esecuzione avvenne a piazza Mercato, il 28 ottobre del 1268. Quel giovane principe, bello e biondo, ancora ragazzino cadde sotto la mannaia del boia e davanti agli occhi atterriti di migliaia di napoletani chiamati ad assistere a quel tragico spettacolo. La dinastia sveva perse così per sempre i suoi domini italiani.
Questa vicenda è ben descritta da Lino Zaccaria in L’aquilotto insanguinato, il volume sulla biografia dell’ultimo rampollo degli Svevi (Graus edizioni) giunto alla seconda edizione, che verrà presentata lunedì 14 novembre alle 18 al chiostro della basilica del Carmine, proprio a pochi metri dalla tomba di Corradino.
Si confronteranno con l’autore Paola Villani, Mauro Giancaspro e Maurizio Ponticello. Introdurrà e condurrà conduce Santa Di Salvo, con letture di Antonio Leccisi e intervento musicale del maestro Maurizio Rea. Seguirà visita guidata alla basilica del Carmine con sosta alla tomba di Corradino.
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