di Marco Martone
Contestazione o indifferenza, applausi o fischi, rabbia o riconoscenza. Sentimenti che si rincorrono tra le gradinate dello stadio San Paolo, che si appresta a vivere una delle serate più struggenti, dolorose e palpitanti degli ultimi anni.
Una sensazione già provata in passato. Eravamo verso la fine degli anni ’70, campionato 79/80, all’epoca il “giuda” da “punire” era un ragazzo italiano che stava per diventare un campione, campione del mondo. Si chiamava Paolo Rossi ed ebbe la sventura di rifiutare il trasferimento al Napoli (colpa di Ferlaino che non voleva fare una squadra vincente), ebbe modo di dire molti anni dopo, pentendosi di quella decisione. Rossi preferì andare nella tranquilla provincia italiana, a Perugia, senza pressioni e con meno responsabilità. Non accettò la sfida Pablito e i napoletani non gli perdonarono questa scelta.
Alla prima sfida tra Napoli e Perugia al San Paolo si presentarono in ottantamila, forse di più. Un record di incasso e di presenze durato una vita. Lo stadio era lì solo per lui, per rigettargli in faccia il suo grande rifiuto. E fu contestazione vera, seria e forte. Anche un aereo privato fu fittato e passò sullo stadio con un lungo striscione “non sei degno di Napoli”, recitava.
Rossi non batté ciglio, entrò in campo come faceva lui, sorridente e con gli occhi bassi. Timido ma pronto a colpire. E infatti colpì, su rigore. La partita finì 1-1 (per gli azzurri segnò Damiani anche lui su rigore) ma quel giorno il pubblico di Napoli dimostrò che da queste parti i “tradimenti” non si perdonano.
Per questo Higuain non avrà scampo. Sarà massacrato, con ironia certo ma con fermezza e con dolore, perché un simbolo di Napoli, uno che ha baciato l’azzurro e ha cantato sotto la curva, non può, non deve andare alla Juventus, non può vendersi al nemico storico.
I gol segnati con Napoli restano, le giocate magiche non si cancellano, la gioia che ha dato non si dimentica ma domenica sarà tutto un altro discorso. Ci saranno di fronte un uomo solo e tanti cuori infranti, con l’ombra di Pablito che aleggerà sul San Paolo.