di Marco Martone
Festa rinviata! L’altra Italia, quella che per un’intera settimana ha tirato la volata all’Atalanta, manco fossimo al Tour de France e che ha pronosticato il sorpasso della Juventus ai danni del Napoli, dovrà tacere per almeno sette giorni. Il crollo degli azzurri, per ora, non c’è stato, neanche di fronte alla temutissima Dea, guidata dall’altrettanto temuto Gasperini, bestia nera di Sarri, che intanto quest’anno dal tecnico di Figline ha rimediato in campionato due sconfitte e quattro gol al passivo.
La battuta d’arresto non c’è stata perché il Napoli ha vinto, con pieno merito, al di là delle risibili proteste del tecnico orobico, capace di dire che la partita è stata condizionata dall’episodio del gol in fuorigioco di Mertens. Analisi condivisa da alcuni organi di stampa, che fingono di non vedere la posizione assolutamente regolare del belga, tenuto in gioco dal piede di Masiello e che, al tempo stesso, ignorano la rete annullata in maniera molto dubbia a Marek Hamsik, nel finale di gara.
Più bella figura avrebbe fatto, Gasperini, se avesse ammesso la superiorità di un avversario che ha sfiorato il gol in almeno quattro occasioni (Hamsik, Callejon, Mertens e Rog), contro uno straccio di tiro in porta, ben parato da Reina. La vittoria del Napoli, dunque, non fa una piega e tiene gli azzurri in testa alla classifica, in attesa di Juventus-Genoa.
Primo tempo bruttino, senza grandi occasioni da rete, poi una ripresa decisamente più godibile col Napoli deciso a far sua l’intera posta in palio e Atalanta incapace di produrre il bel gioco mostrato in altre occasioni. Il vantaggio di Mertens è giunto dopo che i partenopei avevano sfiorato il gol con Callejon, il cui colpo di testa era stato ben parato da Berisha. La reazione dei padroni di casa si è concretizzata in un unico tiro, di Cristante, sul quale Reina è stato prodigioso. Poi solo Napoli con una serie incredibile di palle gol non sfruttate e la rete di Marek annullata da Orsato. Alla fine della partita qualcuno ha a che provato a montare un caso Insigne, che ha borbottato al momento della sostituzione ma è stato lo stesso Sarri, in conferenza stampa a spegnere eventuali focolai di polemica.
Tutti contro il Napoli, dunque, e va bene così, perché per vincere c’è bisogno di scalare l’Everest…