di Marco Martone
Una giornata di sole, calda e di fine estate ormai, ha fatto da sfondo alla riapertura di uno dei tanti cantieri fantasmi presenti sul territorio della Campania e di Napoli in particolare. Dopo oltre quattro anni di sospensione, di polemiche, di ricorsi e di contenziosi, gli operai sono tornati a lavoro a Monte Sant’Angelo dove entro tre anni sorgerà la nuova fermata della Metropolitana, che servirà la cittadella universitaria, il Rione Traiano e il Parco San Paolo. A lavori ultimati saranno messe in collegamento la Cumana e Circumflegrea con la Metropolitana e la nuova linea 6. Il problema quotidiano di decine di migliaia di studenti e cittadini che ogni giorno raggiungono con i bus o in auto la zona di Monte Sant’Angelo, sarà praticamente risolto. Il grande cancello ai piedi della discesa, che da’ l’accesso al cantiere, è stato aperto (simbolicamente)m intorno alle 10.30, alla presenza del governatore della Campania Vincenzo De Luca. La fermata Monte Sant’Angelo prevede due uscite, una nell’Università e l’altra nella zona del rione Traiano e le due sculture dell’artista anglo-indiano Kapoor dovevano servire per i due varchi. Era presente alla cerimonia anche il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi.
«Questa è un’opera emblematica di ciò che accade in Italia, parliamo di un progetto varato nel 2006 dalla giunta Bassolino. È un intervento strategico perché serve una popolazione studentesca straordinaria. L’idea è di collegare la circumflegrea alla cumana realizzando un anello che arriva da Soccavo a Mostra». Ha detto De Luca. Entro marzo 2019 si completerà il primo tratto da Soccavo a Monte Sant’Angelo, stazione che servirà il campus della Federico II che ospita i Dipartimenti di Economia Chimica, Fisica, Matematica e Biologia.
L’opera era ferma dal 2011 perché l’impresa non veniva pagata. Nel 2012 la precedente Giunta si era accordata per una prima transazione di circa 12 milioni di euro ma in seguito non è successo nulla, all’impresa non è stato dato un euro. «Il 5 agosto di quest’anno abbiamo ripreso in mano la situazione, abbiamo definito il contenzioso con un atto transattivo nel luglio del 2016 per un importo di 18 milioni di euro a fronte di contenzioso di 83 milioni di euro», ha aggiunto il presidente della Regione. «Ci fu all’epoca una particolare sensibilità di Antonio Bassolino per queste opere che saranno dei modelli di arricchimento artistico e architettonico. Queste strutture sono rimaste un po’ appese – ha poi ironizzato riprendendo il tema sulla forma di una delle opere – e attorno ad esse c’è stato un ampio dibattito, anche sul loro significato mitico-allegorico». Poi l’impegno finale. «Se mettiamo una firma quella firma conta. E se approviamo atto amministrativo all’atto amministrativo seguono i fatti. Staremo col fiato sul collo delle imprese cercheremo di corrispondere attese ma cerchiamo di accelerare».