Si entra nel vivo del restauro. Possibile esplorare gli strati preparatori retrostanti le tessere. Riapre la sezione mosaici. Visibile il cantiere di lavoro. Giulierini: “Abbiamo mantenuto la parola data”.
Un lavoro corale di alta specializzazione ha unito architetti, ingegneri, restauratori: è stato effettuato con successo il delicato ribaltamento del mosaico di Alessandro. L’operazione è il passaggio indispensabile per entrare nel vivo della fase esecutiva del restauro. Apre il ‘cantiere trasparente’, che permetterà di assistere ai lavori guardando da una finestra installata nella sala adiacente; inoltre, torna fruibile la sezione che custodisce i capolavori musivi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
“Sono giorni di immensa soddisfazione e di particolare emozione, giorni che resteranno nella storia del MANN e che vogliamo condividere con i nostri visitatori. Il più celebre mosaico dell’antichità si è mosso, dopo oltre un secolo, ed ora è possibile lavorare sulle malte di 2000 anni fa. La grande impresa procede grazie alla professionalità di una squadra straordinaria – dichiara il direttore del Museo Paolo Giulierini – Nella settimana in cui tagliamo il traguardo delle 500mila presenze nel 2023, invitiamo tutti i cittadini, oltre naturalmente ai tanti turisti attesi per le festività, a visitare il MANN per le due giornate di gratuità volute dal Ministro Gennaro Sangiuliano: il 4 novembre, Giorno dell’unità Nazionale e delle Forze Armate e il 5, prima domenica del mese. Il pubblico troverà un Museo al gran completo e al lavoro. Il Mosaico di Alessandro Magno e Dario tornerà a risplendere come mai nessuno lo aveva visto. Lo avevamo promesso. E noi manteniamo sempre la parola data”.
Il mosaico di Alessandro, capolavoro proveniente dalla casa del Fauno di Pompei, misura 5.82×3.13 metri e pesa 5 tonnellate (l’ultima rilevazione del peso risale al momento successivo al ribaltamento).
Sono stati necessari quindici giorni per il montaggio del sistema di movimentazione e per i collaudi; oltre tre ore di lavoro certosino per ribaltare il mosaico: il manufatto, ormai ancorato al sistema di movimentazione, è stato svincolato dalle staffe in ferro che lo tenevano fissato al muro ed è stato lentamente portato in posizione orizzontale. La graduale e uniforme rotazione è avvenuta grazie a un sistema costituito da due serie di quattro paranchi, ciascuno dotato di singole celle di carico. Presente anche un sistema di sensori in fibre ottiche, fissato sul telaio metallico che racchiude il mosaico. Durante le operazioni, è stato effettuato costantemente e in tempo reale il monitoraggio della distribuzione dei carichi sui singoli paranchi e delle eventuali deformazioni del telaio. Tutti i parametri sono stati abbondantemente contenuti nei limiti di sicurezza previsti in progetto. Il mosaico, ben assicurato all’interno di una sorta di sandwich (costituito in parte dal vecchio sistema di contenimento e in parte dal nuovo pannello di chiusura), non ha subito alcun tipo di stress. Grande l’emozione della squadra di lavoro a conclusione della straordinaria movimentazione dell’opera.