di Marco Martone
La scaltrezza di Ronaldo, che decide con il suo tuffo la partita e poi scompare dal campo, la poca personalità di Rocchi, che abbocca e non ricorre al Var, la scellerata decisione di Malcuit, che manda in porta Cristiano e l’errore di Insigne dagli 11 metri, a pochi minuti dalla fine. Tutta qui, assieme ad una buona dose di malasorte (palo di Zielinski), la sconfitta che condanna il Napoli e regala alla Juventus l’ennesimo scudetto, vinto con distacco record, probabilmente ma anche attraverso un gioco che più brutto non si può.
Al San Paolo torna anche la folla delle grandi occasioni ma una buona parte delle due curve non sa fare di meglio che urlare cori contro de Laurentiis, senza sostenere la squadra, per tutto il primo tempo. Ormai non se ne può più! Quelli che erano i tifosi più caldi al mondo, il cosiddetto dodicesimo uomo in campo sono diventati quasi un ostacolo.
La partita è difficilmente commendabile dal punto di vista tecnico, perché la più che dubbia espulsione di Meret ha condizionato la gara da subito.
Il Napoli era partito un po’ timoroso ma senza l’episodio del presunto fallo del portiere, la Juve non l’avrebbe forse mai sbloccata. Anche il gol del 2-0 è un inno alla malasorte, con la deviazione di Hysaj che spiazza Ospina sul colpo di testa di Can.
Nella ripresa la giusta espulsione di Pjanic ha rimesso le cose a posto e si è vista una sola squadra in campo. La Juve è sparita dal terreno di gioco. Gli azzurri hanno segnato con Callejon e poi creato i presupposti per un pareggio che sarebbe stato comunque stretto.
Nel finale, però, Insigne ha mandato sul palo gol rigore del 2-2 e così la serata di jella si è conclusa nel peggiore dei modi.
Per il torneo nazionale cambia poco. Solo una vittoria avrebbe potuto dare adito a qualche sogno di gloria.
Adesso la testa va all’Europa league. Con il Napoli del secondo tempo c’è da stare sereni, purché la dea bendata decida di voltarsi dalla parte giusta per una volta.