Marco Martone
Giletti parla, anzi sparla di Napoli e dei napoletani e tutto il popolo del web si indigna e si solleva contro il conduttore televisivo. Una sorta di sollevazione popolare, a difesa della città, offesa e umiliata, ancora una volta. C’è chi parla di complotti, di fuochi incrociati, di Napoli “sotto attacco”. E così scendono in campo il sindaco de Magistris in persona, politici più o meno attendibili, rappresentanti di associazioni, speaker radiofonici e centinaia, migliaia di internauti. Tutti pronti a difendere Napoli dalle parole al veleno dello juventino Giletti, che in combutta con quel leghista e razzista di Salvini, si è permesso di sparare in diretta televisiva, nel bel mezzo di una tranquilla domenica pomeriggio, una delle tante crude verità su Napoli. Una di quelle verità rispetto alle quali, la maggior parte di noi, s’impegna a reagire soltanto quando l’accusa arriva dall’esterno, magari da personaggi neanche tanto simpatici e un po’ voltagabbana come il Giletti nazionale. Non è stato gentile Giletti, né tenero nei confronti della nostra città, nelle sue parole c’è anche quel pizzico di malizia antimeridionale che, in fondo, non guasta mai. Ma, diciamocela tutta la verità! Quanto è andato lontano dalla realtà dei fatti? Che cosa ha detto di tanto differente di quello che ognuno di quelli che si è indignato e ha minacciato querele, non pensa tutti i santi giorni della propria vita, ogniqualvolta esce da casa e s’imbatte nel degrado, l’approssimazione, l’inciviltà e la sporcizia di un territorio lasciato al suo destino e all’anarchia totale?
E solo il caso beffardo ha voluto che a qualche ora dalle parole di Giletti, contro Napoli e la napoletanità, avvenisse l’ennesimo atto criminale, incivile e barbaro immancabilmente finito sulle prime pagine di tutti i siti online. La distruzione del pianoforte, all’interno della stazione centrale da parte dei soliti ignoti vandali, che evidentemente non hanno televisori nelle proprie case, altrimenti certamente avrebbero desistito dalle loro becere intenzioni, pur di dimostrare a Giletti e Salvini, che Napoli non è indecorosa per nulla, che i rifiuti sono stati rimossi ovunque, che i disagi, in fondo, appartengono a tutte le grandi città. E invece no! Quei vandali hanno agito senza conoscere l’antinapoletano razzismo dell’antipatico Giletti e si sono comportati, né più né meno, come sono soliti fare gli infami, i mascalzoni e i miserabili. Indignamoci allora, per quanto successo alla stazione, arrabbiamoci contro i veri nemici della città, quelli che la distruggono e la violentano, ogni giorno. Reagiamo contro chi ignora le regole civili, di chi non sa cosa sia il rispetto e l’educazione, senza cullarci troppo sul fatto che Napoli, in fondo è bella e ha il panorama più bello del mondo. E lasciamo stare Giletti e quelli come lui, alle loro provocazioni, spesso artefatte e preventive ma il più delle volte, purtroppo, ammantate di amara e struggente verità.