Obiettivo nuova vita per lo sferisterio

(di Marco Martone) -È un vero peccato o forse sarebbe meglio dire un drammatico contro senso che Napoli che si appresta ad essere capitale dello sport nel 2026 debba convivere con alcuni scempi  legati al mondo dello sport e testimoni di un colpevole disinteresse nei confronti di un settore strategico per lo sviluppo del territorio. Quella dello sferisterio è una storia lunga e tormentata, una ferita non solo per il quartiere di Fuorigrotta ma per tutti quelli che alla struttura hanno legato i ricordi della propria vita. Dato alle fiamme dalla camorra la notte prima del Capodanno 1987, per il rifiuto di una richiesta del racket per lo svolgimento di un concerto, lo sferisterio ha visto sfumare una possibilità di rilancio quando nel 2005 fu presentato un progetto di recupero che non è mai stato attuato. 

Da anni la struttura è un mostro di cemento abbandonato e distrutto chiuso da un muro altrettanto malridotto. L’edificio è un ammasso di pietre pericolanti all’interno soltanto abbandono e desolazione. L’ultima speranza di recupero è legata ad una iniziativa intrapresa dal sindaco Gaetano Manfredi che ha firmato un’ordinanza per imporre la rimozione immediata dei pericoli per la cittadinanza. Nel documento si legge l’urgenza di provvedere a eseguire opere di messa in sicurezza al fine di eliminare ogni pericolo per la tutela di incolumità delle persone e integrità dei beni. Alla società che detiene la proprietà dell’immobile viene imposto con immediatezza di “isolare” l’area circostante lo sferisterio per evitare che possibili cedimenti possano colpire i passanti. Non si sa quanto questo rappresenti un primo nuovo passo verso la rinascita dello sferisterio ma almeno qualcosa si muove