di Francesco Pastore*
Il silenzio di Higuain sulla trattativa dell’estate scorsa, fra il suo staff e la Juventus, aveva uno scopo ben preciso. Era molto probabilmente il risultato di un calcolo economico a favore della Juventus, che ha danneggiato il Napoli in diversi modi. L’attaccante argentino e i dirigenti bianconeri hanno giocato evidentemente d’intesa. Non per raggiungere un accordo definito nei minimi dettagli, come quelli di cui si è venuti a conoscenza a luglio, per intenderci, quando l’amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta, aveva negato fermamente di voler pagare la clausola rescissoria. È probabile, invece, che le parti si parlassero già da diversi mesi. Trattative fatte quasi in contemporanea con quelle imbastite dal fratello procuratore del calciatore con il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis e che servivano, forse, per tastare il terreno con la stessa Juventus e spingere il patron ad una rottura.
Conseguenze etiche ed economiche
Se ciò fosse vero la questione non sarebbe solo morale ma riguarderebbe anche l’aspetto economico legato all’intera vicenda, gestita in maniera spesso asimmetrica anche da parte dell’informazione. Il fatto che fra due soggetti uno sappia qualcosa che l’altro non sa, è causa di molte distorsioni del mercato, come dimostra la teoria economica e ha un costo che può essere tanto grande quanto maggiore la posta in gioco. In questo caso, la mancanza di informazione sulla cessione di Higuain è di fatto costata assai cara al Napoli per parecchi motivi.
1) Poteva servire per evitare alla Juventus il pagamento in contanti della clausola rescissoria. Invece del denaro contante, la Juventus ha tentato di affibbiare al Napoli diverse contropartite. Mentre, di nascosto dal Napoli trattavano Higuain, i dirigenti juventini proponevano Roberto Pereyra, Simone Zazza, Daniele Rugani, tutti giocatori che non avevano mai voluto cedere in passato al Napoli. Era un assillo di molti come mai la Juventus offrisse, ad esempio, il giovane e promettente difensore della nazionale, Rugani, visto che l’anno scorso non aveva voluto cederlo neppure per 30 milioni e nonostante il bel campionato? Per Pereyra sembrava quasi fatta (circa 20 milioni). La Juventus proponeva al Napoli anche Zazza. Stranamente, alcuni rumors di mercato davano in atto una trattativa con una blasonata squadra tedesca (poi scomparsa) per 25-30 milioni di euro. Ignaro dell’accordo di Higuain, Il povero De Laurentis si stava appassionando all’acquisto di Pereyra, Rugani e qualcuno dice anche Zazza (anche se dopo la performance agli Europei era improbabile). La Juventus alzava il prezzo dei giocatori sperando di offrirli in alternativa al danaro necessario per la clausola rescissoria ritenuta (giustamente) troppo onerosa per un giocatore sotto la trentina. Tutte queste manovre, però, sono state inutili, visto che, come prevedibile, ADL ha voluto tutta la clausola, euro su euro, ma c’era dell’altro.
2) Il ritardo con cui l’informazione era data al Napoli, serviva per impedire che il Napoli si preparasse adeguatamente alla partenza di Higuain. Non c’era da sperare di perdere tanto tempo in trattative. Tutti conoscono ADL: lui certi giocatori non li tratta. C’è solo la clausola: mollare danaro vedere cammello. Quindi, per impedire al Napoli di avere il tempo per trovare un buon sostituto, occorreva dirlo il più tardi possibile.
3) Ogni giocatore acquistato dal Napoli sarebbe costato di più perché l’acquirente avrebbe saputo della liquidità disponibile per il Napoli. Se il Napoli avesse saputo a tempo debito dell’addio di Higuain.
4) Lo stesso sostituto principale di Higuain si è dovuto cercare in ritardo. Se informato per tempo, forse Il Napoli avrebbe potuto acquistare Icardi per 40 milioni, che è già leggermente superiore al suo prezzo di mercato. Invece l’Inter non vuole accontentarsi neppure di 70 milioni, anche perché sanno bene che le casse del Napoli trasudano milioni.
*Direttore del Master di Europrogettazione presso Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”