di Mariateresa Di Pastena
Ogni occasione è buona, deve esserlo, per accendere la solidarietà. Per Pasqua, ad esempio, basterà acquistare un uovo di cioccolato, uno dei simboli di questa festività, sempre gradito non solo ai più piccini ma anche agli adulti ( per informazioni tel. 3501849658, contributo minimo di 16 euro). In questo modo, come recita la locandina che promuove la bellissima iniziativa dell’associazione ‘La città ad…attabile – Napoli per l’ autismo’, si aiuterà a realizzare il sogno di una vita autonoma per i ragazzi con autismo. Presidente dell’associazione è Cristina Gargiulo, la quale, insieme alla vicepresidente Elvira Sartori e ad altri genitori, si fa in quattro per offrire ai ragazzi con autismo (tra cui i loro dolcissimi figli, Claudio, di 23 anni, e Checco, di 16), maggiori opportunità di inserimento. Cominciando dalla scuola, che è il primo luogo deputato ad accoglierli, ad includerli e a stimolarne la socializzazione. Non dimentichiamo che i loro sorrisi e la loro serenità non riguardano solo i loro familiari ma tutti noi, come esseri umani.
“Il desiderio è proprio quello di creare un ponte tra la scuola e la societa” – ci spiega ancora una volta Cristina che, insieme ad Elvira e alle altre mamme sempre più attive ed unite, propongono tante iniziative – “Un progetto di vita da costruire sin dai primi anni di frequenza scolastica, aperti al territorio. I percorsi scolastici, intrecciandosi con la vita extrascolastica, condurranno più facilmente ad un inserimento lavorativo”. Quello del lavoro, si sa, è un cruccio di tutti i genitori, e a maggior ragione lo è per coloro che hanno dei figli con disabilità e, come in questo caso, con autismo.
Quali sono i vostri principali obiettivi?
“Questo è un obiettivo che fa da filo conduttore a tutti i nostri progetti. Solo un inserimento lavorativo dei nostri figli può garantire loro una vita dignitosa” .
La parola ‘inserimento’ è davvero una delle parole fondamentale, per voi…
“Proprio così… E tale inserimento è da intendere non con uno scopo meramente produttivo. Un minimo compito calibrato, a seconda delle inclinazioni personali, può rendere migliore la vita dei nostri ragazzi. Il loro inserimento nel mondo del lavoro può essere la chiave per superare l’ isolamento”.