(di Marco Martone) –
Patrizio Rispo, attore napoletano e volto storico della fiction di Rai Tre “Un posto al sole”, ha partecipato alla trasmissione radiofonica “Oltre l’Ostacolo”, su Radio Svago Web. L’occasione per parlare di teatro, Totò, Massimo Troisi e tanto altro.
Che rappresenta per te il teatro, il rapporto con il pubblico?
“Il teatro è come l’accordatore per uno strumento. Ogni attore deve farlo per mettersi alla prova, misurare le proprie emozioni, sentire l’adrenalina. Reciti e senti immediatamente il riscontro del pubblico. Il teatro è vivo ed è fondamentale per qualsiasi attore”.
Che opinione hai del teatro di oggi?
“Il tipo di teatro che si fa attualmente non mi gratifica molto, le cose che mi propongono non mi interessano tanto e preferisco lavorare dietro le quinte, in un certo senso. Sono nel consiglio di amministrazione del Mercadante, dove stiamo facendo una programmazione molto interessante. La scuola del Mercadante sta tirando fuori attori molto preparati, sotto la direzione di Mariano Rigillo. Devo dire però che prima o poi un “Eduardo” lo devo fare”.
Totò e Troisi sono lontanamente paragonabili?
No! Erano due universi differenti. Massimo era un amico e una persona eccezionale, un comico come pochi. Oggi sono tutti battutari, lui era un vero attore comico e non solo. Stava per fare cose interessanti ma l’abbiamo perso troppo presto”.
E Totò?
“Totò è stato un innovatore, ha rotto una tradizione, ha portato il dadaismo, l’uso del corpo, un genio. In questo periodo sto girando con un recital, assieme a Daniela Fiorentino che canta canzoni bellissime. Andremo a Parigi, Montreal, Toronto e New York. Un modo per ricordare Totò”.
E poi c’è “Un posto al sole”…
“Dove siamo una famiglia di milioni di persone. Una vita parallela dove lanciamo tanti motivi di discussione. Raccontiamo il male ma diamo anche esempi in positivo. E poi siamo legati al pubblico da affetto reale. Una realtà più profonda di quello che può apparire”.