Politica della bellezza, un obiettivo possibile

L’Ordine degli Architetti di Napoli promuove un “Codice della Progettazione”

 

di Livio Esposito 

Un “Codice della Progettazione” che permetta di garantire dal punto di vista normativo l’attuazione di una “politica della bellezza”. È la proposta lanciata dall’Ordine degli Architetti di Napoli in occasione del convegno “Architettura, Arte e Bellezza. Potenzialità e limiti applicativi della normativa vigente” tenutosi presso la sede dell’Unione degli Industriali (Piazza dei Martiri). “L’architetto ha il compito di porre la bellezza al centro della sua ricerca ed esperienza progettuale, integrando e sintetizzando arti, paesaggio, patrimonio storico” spiega il presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia Pio Crispino. “Dipinti, bassorilievi e sculture un tempo erano parte integrante dell’architettura. Per recuperare tale prassi occorre perseguire una politica della bellezza e predisporre nuove norme a sostegno dell’integrazione tra arte e architettura. Fondamentale, inoltre, è individuare nuovi rapporti professionali e connessioni con diversi specialisti tra cui artisti e paesaggisti, in cui la bellezza dovrà assumere un ruolo portante nella progettazione. Oggi, al contrario – prosegue Crispino – si avverte il disagio di ‘immagini costruite’ che non aderiscono al contesto. Immagini uguali dappertutto. L’omologazione distrugge l’identità, che potrebbe al contrario essere esaltata e consolidata”.

Appello per un “Codice della progettazione”

Da oltre 70 anni si susseguono norme per introdurre opere d’arte negli edifici. Dalla Costituzione alla Convenzione Europea del Paesaggio, le norme nazionali e internazionali auspicano bellezza e qualità nelle trasformazioni degli ambienti di vita. Eppure in Italia l’introduzione di opere d’arte nei processi costruttivi veri e propri rimane un fenomeno raro.  Al centro della discussione emersa dal confronto tra studiosi, amministratori, progettisti ed esperti l’auspicabile introduzione di un “Codice della Progettazione” in grado di integrare la normativa sugli appalti e garantire livelli di salvaguardia dei valori culturali, storici, artistici e paesaggistici che caratterizzano il territorio in coerenza con la Convenzione europea sul paesaggio, ratificata e resa esecutiva dalla Legge 9 n. 14 del gennaio 2006. L’Ordine degli Architetti di Napoli si fa promotore, per la prima volta in Italia, di un strumento normativo in grado di rendere operativauna efficace “Politica della bellezza”.  Basato sull’articolo 9 della Costituzione, che indica la “qualità della ideazione e costruzione architettonica quale diritto fondamentale dei cittadini”, sul “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e numerose direttive europee, il Codice della Progettazione dovrà esprimere i seguenti corollari:

a) la tutela e valorizzazione del progetto, sia in ambito pubblico che privato anche agli interventi di riqualificazione;

b) la promozione dell’alta formazione finalizzata alla conoscenza e alla diffusione della cultura architettonica;

c) la previsione di incentivi per quanti promuovono il recupero edilizio di particolare valore architettonico;

d) il conferimento di riconoscimenti, di carattere non economico, a enti pubblici e soggetti privati che abbiano commissionato, ideato o realizzato progetti ed o-pere di rilevante interesse architettonico;

e) l’obbligo di allegare alle procedure di evidenza pubblica il programma di progetto;

f) l’interdizione al frazionamento del progetto nelle diverse fasi, che ne compromettono la cura e realizzazione unitaria;

g) l’affidamento della direzione lavori al progettista estensore del progetto esecutivo determinando concertazione operativa tra questi ed il responsabile del procedimento;

h) il garantire al progettista la tutela del suo prodotto, con riferimento anche alla tutela del diritto d’autore e con una retribuzione sganciata dai cosiddetti minimi tariffari che, spesso, disincentivano l’iniziativa progettuale.