di Marco Martone
Poveri bimbi di Milano. E’ il titolo di una canzone, tra le meno conosciute, di Francesco Guccini. I poveri bimbi di Milano, questa volta, sono quei ragazzini, con le sciarpe del Napoli e quelle del Milan, ripresi da fotografi e telecamere, sugli spalti dello stadio Meazza, che fu la Scala del calcio e teatro di battaglie epiche e sfide ad altissimo valore tecnico tra quelle che un tempo erano il Napoli e, soprattutto, il Milan. Poveri bimbi di Milano che dimostrano cosa sia, veramente, l’amore per il calcio, oltre la becera rivalità, oltre lo stupido razzismo. Lo sfizio di andare alla partita per il puro gusto di sostenere i propri colori, facendolo a braccetto con l’amico avversario.
Poveri bimbi di Milano, che sono stati costretti ad assistere ad uno spettacolo di infimo valore, loro che dai racconti dei padri avevano immaginato una partita fatta di schemi, passaggi precisi, diagonali illuminanti e giocate da campioni.
Poveri bimbi di Milano, che vedono Insigne sbagliare un gol facile facile, Piatek trasformarsi in una sorta di ameba, Mertens mettersi in luce per un insolito egoismo. Milan-Napoli è stata la sfida tra due grandi deluse, i maggiori flop di questa stagione, a dispetto di progetti e propositi strombazzati alla vigilia. Da un lato Pioli, con una media punti inferiore a quella totalizzata dal suo predecessore Gianpaolo. Dall’altro Ancelotti chiuso nei suoi silenzi, che non sono solo quelli dettati dalla società. Un tecnico vincente che non sa più vincere, non sa dare la sferzata decisiva a un gruppo di giovanotti che sembra trascinarsi verso chissà quale deriva.
Poveri bimbi di Milano che attendevano la svolta per un campionato più dignitoso. Un campionato che ripropone la sfida a due al vertice, questa volta con l’Inter nei panni del…Napoli e la solita Juventus, forte, fortissima e fortissimamente aiutata da una classe arbitrale inesistente e ipocrita. Vincere così dovrebbe stancare anche il più accanito dei sostenitori bianconeri. Del solito sabato di amarezza e delusione resta la foto dei due bambini, con sciarpe diverse e con la stessa voglia di credere a una passione… Poveri bimbi di Milano.