(di Fabio de Paulis)
Come due pugili nei rispettivi angoli l’attuale Premier Matteo Renzi e Ciriaco De Mita, statista, si sono affrontati sulle riforme costituzionali. E così come in ogni incontro di pugilato che si rispetti lo speaker nell’annunciare al pubblico i due contendenti ne ha descritto le rispettive caratteristiche. Quindi all’angolo del pluricampione De Mita, ottantottenne, ma col cervello dei tempi migliori, di quando nel 1969 ad esempio proponeva il cosiddetto “Patto Costituzionale”: una proposta ufficiale all’allora PC di riscrivere con i comunisti le regole per trasformare le istituzioni democratiche del Paese, dove incontrava un certo Pietro Ingrao. Oppure di quando nel 1982 con un certo Aldo Moro insieme a Zaccagnini inaugurarono un azione di rinnovamento della D.C., allora partito di maggioranza per rispondere alla rinnovate esigenze della società politica italiana. Oppure quando come segretario del partito di maggioranza e Capo del Governo, nella stagione del cosiddetto: “doppio incarico”, con Andreotti, Fanfani, Forlani contrastava Bettino Craxi e il suo partito socialista, rei di non aver mantenuto fede alla staffetta pattuita per la guida del Governo. Oppure ancora quale compagno di una certa palestra politica di alcuni come Prodi, Mattarella, Sullo, Bianco, Mancini.
Ovviamente, questa storia brevissimamente riassunta, non può esimere lo speaker dal ricordare alcuni titoli. Undici legislature come deputato, Eurodeputato, 4 volte Ministro, Presidente della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali, Presidente del Consiglio dei Ministri e Segretario della D.C., Presidente della D.C. Ma anche di raccontare tristi pagine di storia come l’assassinio del consulente/amico Ruffilli, ad opera delle Brigate Rosse nell’operazione di riforma istituzionale, prematuramente interrotta per lotte interne al partito.
Oppure di ricordarlo come protagonista suo malgrado di vittorie amare, tali per la dignità dell’uomo, di essere uscito indenne, anzi pulito da mani pulite. Politico di riferimento, ancora suo malgrado della ricostruzione di una provincia distrutta dal terremoto con tremila morti. E solo chi l’ha vissuta sulla propria pelle può ben sapere che nessun risarcimento e nessuna ricostruzione potrebbero mai suturare le ferite ancora presenti sul volto del combattente irpino come su quelle di tutti gli irpini. Oggi sindaco di Nusco.
In tutte le sue cariche, sempre legittimamente eletto. Nel presentare lo sfidante, invece, direbbe: pronto nell’angolo opposto ad affrontare il suo irraggiungibile avversario, ecco a voi l’attuale Capo del Governo, Matteo Renzi. Eletto da un Parlamento costituzionalmente illegittimo e non votato dal popolo italiano.
Che l’incontro ìmpari, abbia inizio… Dong !!!