di Marco Martone
Che sarebbe stato un maledettissimo sabato si era capito al minuto 93 di Lazio-Juventus, quando una partita ormai indirizzata verso lo 0-0 è stata vinta, dai bianconeri, con un gol di Dybala, uno dei pochi indirizzati verso la porta laziale nel corso della gara.
Un risultato che ha avuto un peso simile a quello di un macigno, sul morale dei tifosi del Napoli e sui calciatori stessi, che hanno pagato, sul campo contro la Roma, un crollo mentale evidente, acuito dalla serata di grazie dei giallorossi, autori di una delle migliori partite della stagione.
È servito a poco anche il vantaggio iniziale di Insigne, che avrebbe potuto indirizzare la gara verso un altro risultato, se solo la retroguardia azzurra, in completo black-out, non avesse consentito a Under di pareggiare nel giro di 60 secondi, con un pallonetto bellissimo, ma favorito da una serie di svarioni.
La sensazione è che a quel punto le convinzioni del Napoli siano venute inesorabilmente meno, anche perché tra i pali della Roma c’era un portiere che ha preso quasi tutto rendendo difficile il nuovo vantaggio. Il resto l’ha fatto la Roma più in palla della stagione, un Dzeko in forma smagliante e gli errori della difesa, che ha concesso in 90 minuti quello che non aveva concesso nelle ultime dieci partite. Il gol nel finale di Mertens serve solo per le statistiche. Unico sorriso, in una serata da tregenda, il ritorno in campo di Milik.
Ora tutto si fa maledettamente difficile, anche perché la prossima sarà in trasferta a Milano con l’Inter e perché la Juve oltre a vincere sempre, in un modo o nell’altro, non prende mai gol. Il sogno è ancora possibile, perché in fondo vincendole tutte, compreso lo scontro diretto, lo scudetto è ancora a portata del Napoli ma la sensazione è che il sogno si sia maledettamente allontanato.