di Marco Martone
Un’altra vittoria schiacciante, ancora una volta rispettata la “regola del 3″ e ancora quei maledetti momenti di amnesia e di eccessivo leziosismo da parte della squadra, che regalano agli avversari un rigore (molto dubbio) e un gol ad una manciata di secondi dalla fine. Tutto il canovaccio del Napoli di quest’anno è stato rispettato alla perfezione, nel bene e nel male. Il Feyenord, dunque, ha subito l’identico destino di chi fino ad oggi, Shakhtar a parte, ha incontrato gli azzurri sulla propria strada. Il Napoli rimette così le cose a posto, in un girone di Champions che adesso Sarri può guardare con maggiore fiducia. La strada è ancora lunga e ci sarà da sudare ma i tre punti incamerati contro gli olandesi potrebbero avere un peso importante nell’economia della classifica finale. Un peso che, si spera, non avrà quel gol preso al ’93, a causa di una superficiale gestione del pallone, da parte di molti giocatori azzurri, che si sono messi a palleggiare al limite dell’area, cercando quasi di irridere gli avversari, che invece hanno rubato palla e sono andati a segnare, sfruttando anche il ritardato intervento dei due centrali partenopei. Qualche anno fa la differenza reti risultò decisiva per l’eliminazione dalla Champions.
Il Napoli la partita l’aveva comunque già abbondantemente chiusa, con la tripletta dei tre attaccanti (Insigne, Mertens e Callejon), a tratti imprendibili per una retroguardia olandese che ha mostrato tutte le sue carenze e lacune. Bella la dedica a Milik.
Una gara giocata a ritmi blandi dagli azzurri, che con il minimo sforzo hanno avuto ragione di un avversario arrivato al San Paolo in condizioni tecniche e mentali abbastanza difficili, viste anche le tante assenze nell’organico.
Bene Reina, protagonista di alcune buone parate, compresa quella sul rigore, generosamente assegnato dall’arbitro e malamente tirato da Toornstra, che si è fatto irretire dal portiere spagnolo. Alti e bassi per Hamsik, ancora una volta sostituito. Un po’ di delusione per il mancato ingresso, nel finale, di Ounas, che molti spettatori avrebbero voluto vedere in campo almeno per qualche minuto.