Come costruire un turismo stabile tutto l’anno
- L’offerta turistica sorrentina si caratterizza per la varietà del suo paesaggio, mare, montagna, profondi valloni e terrazze di agrumi
- Il comune di Sorrento è 19° nella classifica dei 50 comuni italiani per numero di presenze negli esercizi ricettivi
- A Sorrento è concentrato il 13,2% delle strutture ricettive della provincia di Napoli e il 14,6% dei posti letto (272 strutture ricettive per 13.417 posti letto)
- Nell’ultimo biennio 2014-15 Sorrento ha registrato un aumento delle presenze turistiche (+4,7%)
- Dai primi dati sul 2016 tra gennaio ed ottobre 2016 vi sono stati 2 milioni e mezzo di soggiorni con una crescita di oltre il 10% per gli arrivi e di circa l’8% per le presenze
- Secondo Trivago, nell’estate 2016 Sorrento figura nella TOP 15 delle preferenze dei turisti nazionali con un +5%
- Considerando invece i turisti stranieri, Sorrento figura al terzo posto tra le preferenze dei britannici, dato che testimonia il gradimento dei turisti di oltremanica per la Penisola Sorrentina e in generale per il Sud Italia
La filiera turistica è un pilastro dell’economia della Campania, così come di tutta l’economia italiana, per il suo contributo al PIL, per il volume di posti di lavoro che genera ma soprattutto per i rilevanti effetti diretti ed indiretti sugli altri comparti dell’economia. Le aziende turistiche campane, in linea con le tendenze nazionali ed internazionali, si trovano a dover operare in un ambiente estremamente competitivo, caratterizzato da nuovi player entranti, che ampliano l’offerta di destinazioni, prodotti e servizi, a disposizione del crescente numero di visitatori e turisti internazionali.
Banco di Napoli ed SRM, con il rapporto presentato nella Sala Consiliare del Comune di Sorrento, si sono proposti l’obiettivo di individuare le azioni per valorizzare al meglio e “per tutto l’anno” le potenzialità del ricco patrimonio turistico della regione, analizzandone i punti di forza, le aree di rischio, e quei fattori chiave che assicurino la sua crescita ed espansione. I lavori sono stati aperti dal Sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo e daldirettore generale del Banco di Napoli e direttore regionale per il Sud di Intesa Sanpaolo, Francesco Guido e sono proseguiti con gli interventi di Costanzo Iaccarino, presidente Federalberghi Campania, Corrado Matera, Assessore allo Sviluppo e Promozione del Turismo Regione Campania, Massimo Deandreis, direttore generale SRM e di Gianluigi Venturini, direttore commerciale imprese direzione regionale Sud di Intesa Sanpaolo.
Francesco Guido: “Non dobbiamo accontentarci del positivo trend del turismo degli ultimi due anni, dovuto più a fattori esogeni che endogeni. È importante assumere una visione strategica di lungo periodo capace di leggere i cambiamenti quali-quantitativi della domanda e dell’offerta internazionale. La forza imprenditoriale sempre più “formata” ed “in rete” dovrebbe operare in una logica sistemica e con una vision chiara della competitività futura del turismo sorrentino. La governance pubblica potrebbe assumere una funzione pro-attiva nel favorire la connessione tra gli operatori ed al contempo essere essa stessa parte della connessione e i diversi attori pubblici e privati del settore dovrebbero coordinare gli sforzi per rilanciare le attività turistiche e favorire così la crescita del valore aggiunto al suo territorio. Occorre quindi sviluppare al massimo le sinergie imprese – banche – territori in una visione nuova e sostenibile del turismo. Banco di Napoli è vicino a tutte le idee e le azioni che insieme agli operatori si intendono sviluppare sul territorio.”
Massimo Deandreis: “La Campania, Sorrento e tutta la penisola sorrentina sono talmente belle ed uniche che devono e possono puntare ad un turismo non solo stagionale; la vera sfida, quella su cui questa ricerca si concentra, è la destagionalizzazione, ossia fare della regione una meta stabile tutto l’anno. Se già l’Italia è uno dei paesi europei con maggiore concentrazione turistica in estate, la Campania ha dei picchi ancora maggiori, raggiungendo il 64% degli arrivi nel periodo maggio-settembre. E’ su questo che occorre lavorare. Nella ricerca, con un accurato lavoro di analisi e confronti internazionali, abbiamo evidenziamo nove punti che possono costituire la base per estendere fortemente la stagione turistica e in tal modo far crescere gli arrivi e l’indotto economico generato.”
IL report di srm
Il turismo internazionale cresce anno dopo anno (circa il 4% medio annuo dal 2009) disinteressandosi, nei fatti, delle difficili problematiche geopolitiche. Infatti, positivo è il trend attuale e futuro della domanda turistica internazionale: il 2015 si è chiuso con 1.186 milioni di arrivi internazionali, registrando un incremento su base annua del 4,6%, migliore del 2014 (4,2%), inoltre la società del domani sarà più turistica in quanto si prevede una crescita annua di 43 mln di arrivi fino al 2030.
Le forti tensioni geopolitiche degli ultimi anni hanno modificato le mappe e le destinazioni turistiche e l’Europa è tra le mete preferite. Gli effetti dei terribili attacchi terroristici, infatti, hanno avuto ripercussioni in Paesi come l’Egitto, la Giordania e la Palestina che hanno registrato una fortissima diminuzione dei visitatori internazionali.
All’opposto l’Europa, per l’anno 2015, si conferma l’area più visitata del mondo, raggiungendo 607,7 milioni arrivi turistici (circa 27,5 milioni in più rispetto al 2014). L’aumento è apprezzabile soprattutto nell’Europa Meridionale/Mediterranea con 10,4 milioni di arrivi in più (+4,8%).
L’Italia è nella Top 10 delle destinazioni del turismo internazionale. Gli arrivi turistici nel corso degli ultimi dieci anni sono aumentati di circa il 31,7% passando da 88,3 milioni nel 2005 a 113,3 milioni nel 2015.
Per l’anno 2015, con 55 milioni di turisti internazionali, si conferma al 5° posto delle destinazioni turistiche mondiali più frequentate dal turismo straniero in termini di arrivi. Tuttavia, dalle prime stime per il 2016 si rileva nel periodo gennaio-settembre un calo dell’1,1% degli arrivi con un lieve aumento delle presenze (+0,4%) rispetto all’analogo periodo del 2015. Incide soprattutto il trend dei turisti italiani, -1,8% arrivi e -0,8% le presenze, mentre la domanda turistica straniera cala dello 0,3% in termini di arrivi ma aumenta in termini di presenze (+1,7%).
La Campania si posiziona al 7° posto nella classifica nazionale per presenze e arrivi ed è 1° nel Mezzogiorno:
Per gli arrivi, a fronte di 113,35 milioni in Italia, se ne contano 5,3 milioni in Campania, il 4,6% del totale ed il 26,8% del Mezzogiorno.
Per le presenze, su 392,76 milioni di giorni, 18,9 milioni riguardano la regione, il 4,8% dell’Italia ed il 24,7% del Mezzogiorno.
Analizzando il trend della domanda turistica le performances della regione risultano positive in termini di arrivi; in particolare, nel lungo periodo (2005/2015) si registra un trend positivo degli arrivi +18,3% (+17,6% Mezzogiorno, +28,4% Italia) ma calano le presenze dell’1,8% (+6,9% Mezzogiorno, 10,6% Italia) a causa del trend negativo della domanda interna (-9,3%).
La tendenza positiva viene confermata nell’ultimo biennio 2014/2015 con una crescita degli arrivi e delle presenze maggiore rispetto al dato meridionale e nazionale: +13,5 per gli arrivi e +4,4 per le presenze.
Rispetto alla provenienza dei turisti, cresce la componente straniera. Gli arrivi stranieri sono passati dal 38,7% del totale del 2005 al 44,1% del 2015; le presenze dal 41,5% al 46,0%, mentre in Italia la componente straniera pesa circa il 50% sulla domanda turistica complessiva (peso arrivi stranieri 48,5%; peso presenze straniere 49,0%).
Elevata è poi la stagionalità dei flussi turistici della regione. La Campania presenta una concentrazione di turisti nei mesi estivi superiore all’Italia: nel periodo maggio-settembre si registra il 63,8% degli arrivi di tutto l’anno; in Italia è del 60,4%. Tale trend è in crescita rispetto agli anni precedenti: i valori del 2005, infatti, erano del 58,5% per la Campania e del 57,8% per l’Italia.
In riferimento alle tipologie di località visitate, la Campania si caratterizza per una domanda prevalentemente interessata al balneare (40,1% degli arrivi), alle città (26,2%) e alle località storico-artistiche (25,9%). La diffusione di tali tematismi, in particolare di quello balneare, fa si che il soggiorno medio del turista sia elevato, risultando maggiore anche lievemente del dato italiano: 3,6 contro 3,5 notti. Dal 2005 al 2015 la permanenza media in Campania è scesa da 4,3 a 3,6 notti (Italia da 4 a 3,5 notti).
Alla crescita della domanda, la regione «risponde» con una crescita dell’offerta. Nel lungo periodo il trend è stato decisamente positivo con un tasso di crescita rispetto al 2005 notevolmente superiore rispetto a quello registrato a livello nazionale: in regione il numero di esercizi è aumentato del 92,4% ed i posti letto sono cresciuti di circa il 12,6%; mentre in Italia il numero di esercizi è salito del 29,1% ed i posti letto del 12,2%. Questi dati testimoniano a pieno la forte crescita del turismo campano.
Nel 2015, in Campania si contano 5.677 esercizi ricettivi (3,4% dell’Italia) per 200.585 posti letto (4,1% dell’Italia). È interessante notare che la dimensione media degli alberghi è in crescita: è passata da 64,8 posti letto nel 2005 a 70,1 nel 2015 e si mantiene su livelli maggiori rispetto al dato nazionale (67,8).
Aumentano, inoltre, le strutture di maggiore stellaggio, segno che l’offerta si sta muovendo nella direzione giusta per soddisfare le preferenze della clientela. Le strutture a 4/5 stelle in Campania passano dal 23% del 2005 al 32,1% del 2015 (in Italia dall’11,6% al 18,2%), mentre in termini di posti letto si è giunti alla situazione in cui oltre la metà dell’offerta alberghiera (50,9%) è di elevato standing (36,7% in Italia).
Alcune evidenze sui Comuni turistici della Campania
Napoli è la prima provincia campana per arrivi (3.476.425, il 66,1% della regione) e presenze (12.124.679; il 64,3% della regione).
Nel periodo 2005/2015 i flussi turistici della provincia di Napoli hanno fatto registrare una crescita sia degli arrivi con un +26,6% sia delle presenze con un +17,5%. L’ultimo biennio 2014-2015 conferma tale andamento con un +4,5% delle presenze. Gli arrivi stranieri rappresentano più della metà del totale (50,4%, Campania 44,1%) e crescono di più della media regionale.
Passando all’offerta ricettiva, la provincia di Napoli conta di 2.059 strutture ricettive (36,3% della Campania) per 91.661 posti letto (45,7% della Campania) con una dimensione media di 44,5 p.l. (contro 35,3 del dato regionale). Nel periodo 2005/2015 l’offerta è stata in rilevante crescita con un +92,4% per le unità ricettive ed un +12,6% per i posti letto. L’offerta alberghiera di qualità (4 e 5 stelle) pesa il 34,3% in termini di strutture ed il 56,4% in termini di posti letto sul totale dell’offerta alberghiera.
A livello comunale, considerando la classifica dei primi 50 comuni italiani per numero di presenze negli esercizi ricettivi, Napoli figura al 15° posto seguito da Sorrento (19°), Forio (36°) e Ischia (38°).
Per la provincia napoletana, Napoli è il comune che fa registrare il maggior numero di arrivi, stimato in oltre il 30% del totale provinciale (oltre 1,1 milioni di turisti). Segue Sorrento con circa il 17,5% pari ad oltre 600mila arrivi e Ischia (oltre il 15% pari ad oltre 500mila arrivi).
Considerando gli arrivi turistici (al 2015) nelle strutture ricettive dei comuni con almeno 1.000 turisti si vede, quindi, l’alta concentrazione di turisti a Napoli e nella penisola sorrentina.
Il turismo nella penisola sorrentina
- L’offerta turistica sorrentina si caratterizza per la varietà dei suoi tematismi (mare e montagna, profondi valloni e terrazze di agrumi) offrendo al turista la possibilità di scegliere la sua vacanza ideale tra natura e silenzio, salute e cultura, mare, cure termali, passeggiate naturalistiche ed escursioni nelle rinomate località limitrofe.
- Il comune di Sorrento è 19° nella classifica dei 50 comuni italiani per numero di presenze negli esercizi ricettivi.
- A Sorrento è concentrato il 13,2% delle strutture ricettive della provincia di Napoli e il 14,6% dei posti letto (272 strutture ricettive per 13.417 posti letto).
- Nell’ultimo biennio 2014-15 Sorrento fa registrare un aumento delle presenze turistiche (+4,7%).
- I primi dati sul 2016 mostrano un’ulteriore crescita del turismo nell’are: tra gennaio ed ottobre 2016, Sorrento ha fatto registrare quasi 2 milioni e mezzo di soggiorni con una crescita di oltre il 10% per gli arrivi e di circa l’8% per le presenze.
- Secondo l’osservatorio Trivago, sito specializzato nelle prenotazioni alberghiere on line, per l’estate 2016 Sorrento figura nella TOP 15 delle preferenze dei turisti nazionali con un +5%.
- Considerando invece i turisti stranieri, Sorrento figura al terzo posto tra le preferenze dei britannici, dato che testimonia il gradimento dei turisti di oltremanica per la Penisola Sorrentina e in generale per il Sud Italia (presenti in graduatoria anche Napoli e Taormina).
Vocazioni, potenzialità e valore economico del turismo
Dall’analisi delle caratteristiche della domanda e dell’offerta turistica viene fuori una Campania caratterizzata da una propria attrattività nell’ambito della competizione globale, alla luce anche dei principali cambiamenti nazionali ed internazionali che stanno interessando il settore. Considerando l’indice di attrattività turistica, che fornice una rappresentazione sinottica e quanto più possibile esaustiva del fenomeno complesso dell’attrattività turistica, la Campania si posiziona al di sopra della media regionale.
Nello specifico, con un valore dell’indice di attrattività di 103,5 (100 la media Italia) si posiziona al 10° posto (si precisa che l’indice riporta tutti valori nell’intervallo 73-130) ponendo il valore Italia pari a 100 ed è un indicatore composito in quanto tiene conto dei diversi aspetti che definiscono l’attrattività. Se da un lato la regione si contraddistingue per la rilevante disponibilità di risorse ambientali e naturali, per l’elevata soddisfazione del turista e la buona vocazione culturale ed economica, dall’altro si scontano ancora una domanda ed offerta turistica non soddisfacenti.
La Campania presenta quindi una vocazione elevata ma con diverse aree di miglioramento. Ricordiamo che il turismo è un «settore» trasversale in grado di attivare direttamente ed indirettamente ricchezza sul territorio, anche in altri settori collaterali. Si evidenzia come, oltre alla spesa destinata agli Alberghi e Ristoranti la spesa dei turisti è destinata ai Beni culturali, alla Moda, all’Alimentare, ai Trasporti. I consumi turistici complessivi possono essere ripartiti in “funzioni di spesa” o esborso che descrivono la composizione di beni e servizi acquistati dai turisti.
La quota di valore aggiunto del turismo sul totale del PIL regionale mostra la vocazione turistica regionale. Tale valore dipende sia dal volume delle presenze che dalla spesa media giornaliera. L’incidenza diretta del settore turistico sul totale, in termini di Pil, in Campania è inferiore della media meridionale e nazionale (5,2% contro il 5,4% del Mezzogiorno ed il 6% dell’Italia). Il valore aggiunto turistico della Campania è di 8.210 milioni di euro € e pesa il 5,3% su quello nazionale (82.833 mln.€ – dati del nuovo conto satellite).
Strettamente legato all’attività turistica è il moltiplicatore di presenza che indica quanto Valore Aggiunto attiva una presenza turistica, ossia quanto V.A. crea in più un soggiorno aggiuntivo nella regione.
In Campania si stima che per ogni presenza aggiuntiva (sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza) si generano 109,4 euro di valore aggiunto, dato superiore sia a quello medio meridionale (70,8 €) sia a quello nazionale (103,4 €).
Cosa fare per un turismo duraturo: i 9 fattori determinanti
Il lavoro di ricerca si è focalizzato nell’individuare le aree di azione con maggior impatto per la crescita della filiera turistica partendo dall’individuazione delle caratteristiche competitive (formazione professionale, innovazione, investimenti, attrattività internazionale, ecc) e delle problematiche del settore turistico.
Lo scenario di riferimento si può sintetizzare in 9 punti di convergenza e viene delineato partendo dalla consapevolezza che la ricchezza (valore aggiunto ed occupazione) prodotta dal Turismo in questo momento è inferiore alle effettive potenzialità che l’area potrebbe raggiungere in relazione alle caratteristiche ambientali, culturali, enogastronomiche, di identità e di stile di vita.
Le tematiche sono le seguenti:
- Una Costiera “unica”. Mare, Ambiente, Cultura, Identità, Socialità, Stile di Vita, Accoglienza sono i punti di forza che rendono “potenzialmente” la Costiera forte nel panorama competitivo internazionale. Dare valore e significato alla «destinazione Costiera» deve essere il motore di ogni azione programmatica ed operativa. L’Esperienza e la motivazione sono l’anima ed il cuore del turismo 3.0 (un turismo che combina emozione e tecnologia).
- Una Costiera “sicura”. A causa di nuovi scenari di guerra e nuove minacce di instabilità, l’Italia sta emergendo tra le mete più sicure e la Costiera e la Campania in generale sono tra quelle maggiormente visitate. Occorre mettere in atto quelle leve di sviluppo turistico capaci di trasformare tali opportunità in effettiva crescita economica.
- Una Costiera “trasparente”. La cultura turistica per evolvere deve operare in un contesto di regole pubbliche chiare e trasparenti, che possa permettere al mercato di essere allineato agli standard internazionali (a minimo impatto burocratico) e garantire una qualità del servizio diffusa e ben percepita. In un mondo “connesso” il rischio “immagine” è, infatti, molto alto e va difeso con forza.
- Una Costiera “accessibile”. Ampiamente discusso è il tema dell’accessibilità e della mobilità interna. Sviluppare le “porte di ingresso” è molto importante per una regione come la Campania e per un area come la Costiera che si caratterizza anche per un buon tasso di turismo di prossimità. È necessario poi garantire un’efficace capacità di movimento all’interno con strade e strutture di servizio adeguate e convenienti (trasporti interni, transfer ecc.).
- Una Costiera “connessa”. Collaborare per competere, fare sistema dovrebbe rappresentare il leitmotiv della stragrande maggioranza degli operatori, pur consapevoli della difficoltà di rendere effettivo questo obiettivo. In tale contesto la governance pubblica dovrebbe avere una funzione proattiva nel favorire la connessione tra gli operatori ed al contempo essere essa stessa parte della connessione.
- Una Costiera “preparata/formata/competente”. Non è possibile vincere la sfida se gli operatori (pubblici e privati) e le risorse umane non raggiungono la necessaria “professionalità”. Le nuove generazioni di clienti (domanda turistica che cambia profondamente) e le nuove generazioni di imprenditori turistici e manager locali (offerta che si evolve) possono essere una delle chiavi di successo del turismo nel prossimo futuro.
- Una Costiera “informata”. Mappare l’offerta disponibile e definire un percorso di messa in rete delle disponibilità e delle potenzialità della costiera e di tutta la regione deve essere uno dei principali obiettivi da perseguire. La corretta programmazione turistica necessita di informazioni dettagliate e tempestive che, qualora presenti, potrebbe fornire un valido aiuto agli imprenditori ed a tutti gli operatori interessati.
- Una Costiera “Digitalizzata”. Altro elemento essenziale è quello di far conoscere sempre di più la destinazione/i della Costiera al “mondo”, attraverso strumenti dedicati e coordinati (strumenti tradizionali e soprattutto social e digital). Social Network, Piattaforme internet, Luoghi digitali sono gli strumenti base per comunicare in modo professionale e mirato il prodotto turistico e sviluppare la destinazione Costiera e Campania.
- Una Costiera “multi destination”. Un possibile approccio di policy multilivello: la Costiera come tutta la regione ha molte destinazioni: Mare, Enogastronomia, Cultura e Religione, Ambiente e Natura sono il simbolo e la forza della territorio. È necessario affrontare il fattore turismo in modo sempre nuovo e organizzato per creare valore alle imprese, al territorio ed ai suoi abitanti.
Quali tematismi per un turismo destagionalizzato?
Tra i vantaggi competitivi della regione, il simbolo e la forza della Campania risiede proprio nella diversità delle sue destinazioni: Mare, Cultura, Ambiente e Natura. Lo sforzo è quello di creare un prodotto Campania che abbia un insieme coordinato e differenziato di prodotti (Natura, Cultura, Sport, Sapori e Gusto) ad uso delle specifiche e spesso diversificate richieste dei turisti proveniente da parti diverse del mondo. Diverse sono, infatti, le moderne tipologie di turismo in grado di attuare una graduale destagionalizzazione integrando maggiormente l’offerta turistica della regione. Si potrebbero considerare 13 possibili “prodotti” complementari al balneare che possano permettere un “allargamento” ed “allungamento” della stagione turistica. Di queste tipologie di turismo “tematico” ed “esperienziale” esistono esempi positivi già concretamente funzionanti in altre aree d’Italia ed Europa dimostrando come – a determinate condizioni – certe tipologie di turismo si potrebbero sviluppare anche in Campania.
13 possibili variazioni sul tema balneare
Quindi, partendo dal perno centrale caratterizzato dal prodotto “mare”, è possibile individuare alcune azioni strategiche che possono rafforzare la capacità di attrarre flussi di turisti internazionali in un’ottica di promo–commercializzazione e costruzione del prodotto– destinazione.
Tuttavia, non tutti i potenziali “prodotti turistici” sono evidentemente sviluppabili nell’immediato o perché richiedono investimenti cospicui o perché gli effetti si realizzano nel lungo termine, pur considerando che in un approccio sistemico la gran parte dei vari tematismi turistici considerati, si relazionano tra loro, diventando spesso ognuno elemento di supporto dell’altro.
Nel breve periodo si potrebbe puntare su quegli elementi già presenti ma che necessitano di un ulteriore sviluppo a livello di informazione e di marketing, di condivisione di obiettivi tra gli operatori, di una relazione sistemica con la governance pubblica. Alcuni esempi: il turismo archeologico e culturale, il turismo enogastronomico ed il crocierismo.
I suddetti tematismi turistici, oltre ad essere in grado di legarsi alle varie caratteristiche ambientali e naturali della Campania, sono potenzialmente in grado di destagionalizzare l’offerta e consolidare in modo ancora più saldo il segmento balneare (ampliando il ventaglio dei servizi disponibili per il turista anche nel periodo turistico tradizionale). Ovviamente in una logica di medio/lungo periodo potrebbero poi essere messi a sistema e inseriti nell’ambito dell’offerta complessiva di prodotti e servizi turistici in regione anche gli altri tematismi analizzati quali ad esempio, il Turismo d’affari, il Cineturismo, il Turismo residenziale, per i quali ovviamente, pur rappresentando interessanti prodotti turistici di respiro internazionale, sono necessari investimenti mirati che permettano la effettiva alla realizzazione delle infrastrutture materiali ed immateriali necessari per conferire a tali destinazioni elementi di effettiva competitività rispetto all’offerta nazionale ed internazionale già esistente.
Una valida infrastrutturazione fisica ed immateriale
Il processo di sviluppo deve inoltre essere supportato dalla dotazione di una valida infrastrutturazione fisica ed immateriale del territorio per migliorare la fruibilità dei servizi turistici.
Tale obiettivo si esplica agendo sui seguenti fattori:
- Trasporti e infrastrutture di connessione fisica che sviluppino una maggiore sinergia operativa al fine di essere funzionali non solo alla stagione estiva balneare ma coerente ad un progetto di rilancio turistico della regione.
- Digitalizzazione per realizzare una maggiore razionalizzazione e coordinamento delle azioni e delle manifestazioni a livello regionale e, quindi, per una corretta pianificazione delle attività di business.
- Marketing strategico della “destinazione” Campania per promuovere l’immagine di una Regione non solo balneare, ma potenzialmente meta di una molteplicità di turismi esperienziali.
- Formazione professionale adeguata della filiera turistica a cominciare dal management turistico che consenta agli operatori di sviluppare una visione strategica d’insieme, orientata a sviluppare innovazione e competitività.
In questa sfida tutti gli attori economici (pubblici, imprenditori, sistema creditizio, sistema formativo, ecc.) devono sentirsi impegnati e coinvolti per svolgere al meglio e con il massimo sforzo il loro compito.
Non si può raggiungere alcun obiettivo se non attraverso la coesione e la condivisione delle strategie. Pertanto, se l’aspetto infrastrutturale legato all’accessibilità del turista ed alla sua mobilità interna rappresenta uno dei primi obiettivi da raggiungere per permetter un’effettiva competitività della destinazione, appare assolutamente rilevante che tutto ciò sia accompagnato da una governance pubblica che operi a favore del turismo, favorendone la centralità nell’ambito delle politiche di sviluppo e di marketing territoriale.Alcune linee d’azione
Alla luce dell’analisi si può affermare che esiste sicuramente una Campania che gode di diverse peculiarità che la contraddistinguono nel panorama turistico nazionale ed internazionale, ma che al contempo va estesa la sua “forza” competitiva per esplicitare al meglio le sue potenzialità.
È, in primis, necessario assumere una visione strategica di lungo periodo capace di leggere i cambiamenti quali-quantitativi della domanda e dell’offerta internazionale. Il tutto per configurare un turismo sinergico con le forze endogene dell’economia.
Posto, poi, che il raggiungimento della destinazione condiziona fortemente la qualità dell’offerta turistica. occorre rimuovere gli ostacoli alla mobilità e favorire l’integrazione efficiente tra le diverse infrastrutture. Gli Investimenti rappresentano quindi elementi chiave su cui puntare per rilanciare il settore turistico.Allo stesso tempo, la forza imprenditoriale sempre più “formata” ed “in rete” deve operare in una logica sistemica e digitalizzata e con una vision chiara della competitività futura del turismo in Campania.
In tale contesto, la governance pubblica deve avere una funzione pro-attiva nel favorire la connessione tra gli operatori ed al contempo deve essere essa stessa parte della connessione. I diversi attori pubblici e privati del settore devono, quindi, coordinare gli sforzi per rilanciare le attività turistiche e favorire così la crescita del valore aggiunto al suo territorio.