di Marco Martone
Il momento della verità, il primo della stagione, è arrivato. Lisbona è un crocevia fondamentale per il Napoli di Sarri, chiamato a confermare le egregie cose viste in campionato contro l’Inter, atteso sul palcoscenico europeo per il raggiungimento di un traguardo che potrebbe avere ripercussioni fondamentali sia sotto l’aspetto tecnico, sia sotto quello più squisitamente economico. L’accesso agli ottavi di Champions, che sembrava quasi scontato dopo le prime due partite e che via via si è maledettamente complicato per gli azzurri, garantirebbe alla società del patron De Laurentiis un introito di una cifra vicina ai trenta milioni di euro. Non uno scherzo, decisamente, alla luce di un bilancio che lo scorso anno è stato chiuso in rosso e in vista di nuovi investimenti di mercato, resisi necessari dopo l’infortunio di Milik e il pessimo adattamento, nel ruolo di punta centrale, di Manolo Gabbiadini. Questa sera a Lisbona, contro il Benfica, quindi, il Napoli si gioca molto più che un semplice passaggio del turno, che comunque sarebbe risultato di grande prestigio anche dal punto di vista tecnico. Far parte del novero delle formazioni più forti d’Europa, significherebbe aver raggiunto un obiettivo straordinario e anche impensabile soltanto qualche anno fa. Per fare questo il Napoli ha bisogno di una serie di combinazioni di risultati. Hamsik e compagni saranno agli ottavi se vinceranno in Portogallo e in questo caso gli azzurri sarebbero primi del girone, indipendentemente dal risultato dell’altra partita, tra Dinamo Kiev e Besiktas. Anche in caso di pareggio Sarri potrà brindare agli ottavi, ma in questo caso l’eventuale vittoria del Besiktas in Ucraina relegherebbe il Napoli al secondo posto. C’è anche un’altra ipotesi da considerare, quella che prevede la doppia sconfitta, di Napoli e Besiktas e il conseguente passaggio al turno successivo per i partenopei, sempre dietro il Benfica che a quel punto sarebbe capolista del girone. Calcoli che i giocatori avranno fatto decine di volte in questi giorni, ma che dovranno essere in qualche modo dimenticati non appena l’arbitro darà l’avvio alla gara. Il rischio di esserne condizionati, come accaduto nella partita disputata al San Paolo due settimane fa, con la Dinamo Kiev, è forte e non porterebbe da nessuna parte.
Sul fronte della formazione c’è la solita attesa per le scelte dell’allenatore. I dubbi non sono pochi e riguardano almeno un giocatore per ogni reparto del campo. In difesa tutto lascia pensare alla conferma dei “titolarissimi” Koulibaly, Albiol centrali, Hysaj e Ghoulam sugli esterni. Chiriches e soprattutto Maksimovic, però, reclamano spazio e nessuna sorpresa può essere esclusa. Meno certezze a centrocampo dove Sarri ha l’imbarazzo della scelta. Hamsik non si tocca, poi ci sarà da decidere due tra Diawara, Zielinski, Jorginho e Allan. Un dolce problema per il tecnico, viso lo stato di forma che hanno dimostrato i giovani talenti della rosa e la sicura affidabilità garantita dai più esperti Allan e Jorginho. La notte avrà invece portato consiglio sul tridente d’attacco che dovrebbe essere formato da Mertens, assente con l’Inter, Callejon e Gabbiadini, con Insigne pronto a entrare a partita in corso. Sempre che Sarri non faccia ricorso al “falso nove” con l’ex doriano ancora una volta in panchina e i tre piccoletti a cercare gloria e gol qualificazione.
In casa Benfica, Rui Vitoria dovrà rinunciare a Eliseu, André Horta e Alex Grimaldo, infortunati e schiererà Luisao e Lindelof in difesa con Semedo ed Almeida ai lati. A centrocampo Fejsa e Pizzi dovrebbero agire centralmente con più avanti Salvio, Guedes e Cervi dietro la punta Mitroglou.