di Marco Martone
La fantasia non è mai stata un grosso problema per i napoletani, tantomeno l’arte di cogliere la prima occasione per potersi inventare qualcosa. È così che un evento mondiale, sia esso di natura politica, economica, sportiva o legata al mondo della cultura e dello spettacolo, nella nostra città diventa fenomeno sociale o puro divertimento. Si va dai numeri al Lotto alla statuina sul presepe, dalla pizza alla canzonetta. Un vezzo che, francamente, comincia anche un po’ a stufare. Non fosse altro perché, a furia di ripeterle le cose, rischiano di diventare noiose e poco ben originali. Anche questa volta l’eco del grande evento internazionale non è passato inosservato e la reazione in “salsa Napoli” è arrivata, puntuale e scontata.
Ed allora ecco che Donald Trump diventa, nel giro di una notte, la grande novità del presepe napoletano del 2016. A realizzare la statuina del neo Presidente statunitense, a poche ora dalla sua elezione, è stato il maestro di arte presepiale Marco Ferrigno nella sua bottega di via San Gregorio Armeno. Per Trump pantaloni e giacca scuri, camicia bianca e cravatta rossa. La statuina alta circa 30 centimetri è già in mostra nella bottega nel cuore di Napoli. Ferrigno, però, non sarà l’unico, c’è da scommettere che il suo esempio “artistico” sarà seguito da altri artigiani del centro storico. Lui ha avuto solo la fortuna o meglio la scaltrezza di muoversi in tempo e di avvertire, con altrettanta tempestività, giornali e siti web, che subito hanno rilanciato la notizia. Che poi, a ben vedere, tanto “notizia” non è. Del resto nei depositi dei pastorai, anche su questo ci sono pochi dubbi, erano pronte anche le statuine della Clinton, perché è sempre essere pronti a qualsiasi tipo di evenienza.
E come da routine, nel giro di qualche ora, anche l’altra “tradizione” partenopea non si è fatta attendere. E allora assieme al presepe ecco spuntare la pizza dedicata al neo Presidente.
“In giro per Napoli si leggeva molta preoccupazione per le possibili conseguenze sulla politica internazionale dopo l’elezione di Trump alla guida degli Stati Uniti, pur se tutti rispettano il risultato elettorale e la scelta degli statunitensi”. Questo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che, insieme a La radiazza di Gianni Simioli, ha organizzato, nel Gambrinus di Napoli, un augurio di buon lavoro al nuovo Presidente pur non nascondendo le paure come scritto sui cartelli che chiedevano a Trump di “don’t be crazy (non fare il pazzo)” e di rispettare il patto per il clima. A rendere più dolce gli auguri c’era una torta preparata da Massimiliano Rosati che ha fatto da sfondo al pastore di Trump preparato per l’occasione da Marco Ferrigno. E non poteva mancare, appunto, anche la pizza creata per l’occasione da Gino Sorbillo.
L’elezione di Trump ha fatto scattare anche una sorta di mercato a buon prezzo dei libri. Come si legge sul sito web Fanpage.it “un mese fa costava dieci euro. Da qualche giorno, invece, le quotazioni di una copia usata de “Il sogno di mio padre” del presidente uscente Barack Obama erano drasticamente calate a tre euro. Si potrebbe titolare: “Gli effetti della elezione di Donald Trump a quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti sulle bancarelle napoletane”. In realtà, era più una sorta di previsione realistica di ciò che sarebbe accaduto.
E così, alle prime luci del mattino, quando le bancarelle zeppe di libri nella storica zona di Port’Alba, a Napoli, iniziano a essere poste all’esterno dei negozi, ecco spuntare una copia usata del “racconto sulla razza e sull’eredità” dell’ormai ex presidente Barack Obama a prezzi stracciati. La fine di un’epoca, verrebbe da dire. Anzi, i saldi di un’epoca”.