di Marco Martone
Meno dieci al ballottaggio. Il conto alla rovescia per sapere chi sarà il nuovo sindaco di Napoli è cominciato e scandisce i suoi battiti a suon di conferenze stampa, accuse, buoni propositi e proposte. Il prossimo 19 giugno i napoletani saranno chiamati a scegliere tra la continuità, rappresentata dal sindaco uscente Luigi de Magistris oppure la novità, che porta il nome e il cognome dell’ex presidente dell’Unione industriali di Napoli, Gianni Lettieri. Una battaglia che, per ora, vede favorito se non altro per una questione di numeri, l’ex magistrato, che ha chiuso il primo turno con un rassicurante vantaggio, certificato dal quel 43% che rappresenta un margine importante su cui fondare le speranze di un rinnovo della carica. De Magistris già dalle pagine del suo blog aveva “aizzato” la sua folla ad una nuova “rivoluzione”. «Manca un solo passo per riappropriarci di questa città dal “sistema”. Il 19 giugno vi invito a votare al ballottaggio», ha scritto Giggino, che nel ruolo del “Masaniello” dell’era moderna, evidentemente, si trova particolarmente a suo agio.
Il tutto in un clima politico che in città è tutt’altro che sereno. Ieri sono circolate immagini di un video che testimonierebbe nuovi brogli e irregolarità ai seggi, cosa già accaduta in occasione delle primarie del Pd. Circostanze che avrebbero condizionato il voto domenica scorsa. «Forse il mio 43% sarebbe potuto diventare un 51%», ha detto De Magistris commentando le immagini. De Magistris si è detto sicuro che la magistratura «farà tutti gli accertamenti del caso. Abbiamo svolto un controllo popolare contro sgherri e teppaglia», ha aggiunto il sindaco uscente, che chiede al prefetto di «mettere in campo ogni azione a garanzia di un voto pulito». Sulla vicenda è intervenuto anche il candidato del centrodestra. «Sto chiedendo da mesi che sia garantita la regolarità del voto», ha detto Lettieri.
La bagarre politica in città è caratterizzata anche dalla questione Pd, che naviga in acque agitatissime, dopo la sonora sconfitta della Valente e il commissariamento del partito annunciato dal segretario nazionale, Matteo Renzi. Anche le parole di Antonio Bassolino, che ha parlato di «sconfitta annunciata e voluta», non hanno certo contribuito a stemperare gli animi. L’ex governatore, tra l’altro, ha lanciato nuove accuse al sistema politico, parlando di “silenzio assordante” e commentando l’ennesimo tragico agguato di camorra, verificatosi sul territorio di Ponticelli. «La camorra spara. Due morti a Ponticelli: un boss e un ragazzo di 19 anni. Due agguati a Secondigliano. Al Rione Traiano e alla Sanità centinaia di proiettili ad altezza d’uomo.Tutto questo nel giro di poche ore. Dalla politica un silenzio assordante. Ma il futuro di Napoli è davvero difficile senza una lotta alla camorra continua e su tutti i fronti», ha scritto Bassolino sulla propria pagina Facebook .