“Finalmente, dopo tante segnalazioni e proteste per chiedere la rimozione di tutti i cassonetti per la raccolta degli abiti usati, l’Asìa sta procedendo in tale direzione, anche se in qualche caso, come in via Tarantino, lasciando a terra il contenuto “. E’ quanto dichiara soddisfatto del risultato ottenuto Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che da tempo conduceva una vera battaglia e che, a seguito dell’intensificarsi degli scassinamenti avvenuti nel mese di agosto, aveva anche promosso una petizione online al riguardo.
“Purtroppo – afferma Capodanno – gli abitanti della municipalità collinare, che comprende i territori del Vomero e dell’Arenella, dove risiedono quasi 120mila napoletani, per gli aspetti legati alla sicurezza, oltre a combattere contro una criminalità dilagante, con una particolare attenzione a quella minorile, come testimoniano i fatti di cronaca nera, riportati oramai con frequenza dai mass media, devono fare i conti anche con una delinquenza, fatta di ladruncoli e lestofanti, dedita a scippi e furti. Ad essere presi di mira, sempre con maggior frequenza, sono stati anche i cassonetti per la raccolta degli abiti usati. Un servizio, istituito nel 2012 dall’Asìa, l’azienda speciale per l’igiene ambientale, per venire incontro alle esigenze dei napoletani che, specialmente nei periodi di cambi di stagione, non sapevano come liberarsi di abiti e accessori che non intendevano più utilizzare”.
“Una raccolta – sottolinea Capodanno – che, oltre a dare un contributo all’ambiente, si prefiggeva anche un’importante ricaduta umanitaria, dal momento che i materiali, che comprendono abiti ma anche borse, tende, biancheria, cappelli, maglieria, coperte, cuscini, scarpe appaiate e altre accessori tessili in buono stato, una volta conferiti nelle 750 postazioni che erano state installate, distribuite su tutto il territorio cittadino, dopo gli opportuni trattamenti, dovevano servire per finanziare iniziative umanitarie della Caritas. Ma, nonostante la sostituzione, avvenuta nel 2016, dei precedenti cassonetti, soggetti a frequenti episodi di scasso con conseguente furto di abiti, con un nuovo modello anti-intrusione, e benché sui nuovi contenitori campeggiasse l’avvertimento che la sottrazione dei materiali “è punibile a norma di legge”, purtroppo sono continuati, anche in pieno giorno, i furti d’indumenti che, presumibilmente, finiscono, almeno in parte, per essere rivenduti al mercato nero”.
“L’ennesima testimonianza – puntualizza Capodanno che, come già fatto in altre città, questo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti tessili andava modificato, eliminando i contenitori attuali dalla strada, lasciandoli solo all’interno di aree custodite e, nel contempo, istituendo degli ecocentri territoriali presso ciascuna municipalità, dove i residenti possono conferire gli indumenti usati”.