Tra culto e tradizione, la memoria del Lirico più antico d’Italia rivive attraverso i fasti della Scuola Napoletana, in occasione delle Celebrazioni dedicate a San Gennaro.
Il concerto, fissato per venerdì 9 ottobre 2015 presso la sede monumentale del Duomo, è il terzo degli appuntamenti nella fitta agenda delle celebrazioni del patrono napoletano, a cura del Teatro di San Carlo.
Sul podio, il milanese Pietro Borgonovo, alla guida delle compagini stabili – Orchestra e Coro, quest’ultimo preparato come di consueto da Marco Faelli – insieme alle voci soliste di Rosanna Savoia (Soprano), Marie-Pierre Roy (Soprano), Adriana Di Paola (Mezzosoprano) e Blagoj Nacoski (Tenore).
Un programma che ruota intorno alla figura di un assoluto protagonista del Settecento napoletano: Pasquale Cafaro (1715 ?-1787). In locandina due composizioni assolutamente inedite: Dixit Dominus breve a 4 voci del 1771 e la Cantata per la Translazione del Sangue del Glorioso Martire San Gennaro del 1781.
Il ritorno di Cafaro, dopo 240 anni di assenza dall’ultimo titolo presente nella stagione 1775-1776 (correva l’anno 1775), celebra anche il doppio legame che unisce il Teatro – da sempre cuore pulsante della città – alla Scuola, che più di ogni altra ha incantato le corti di tutta Europa.
Un’occasione imperdibile per ripercorrere le tappe di una storia, che, tra culto e tradizione, nel repertorio sacro e profano, ha esportato un marchio di sicuro successo.
Ma chi era Pasquale Cafaro?
Figlio delle fucine di formazione, che nutrivano nel Settecento i cartelloni dei Teatri, Cafaro è stato studente di uno dei Conservatori di musica napoletani: allievo di Leonardo Leo e dei Fago – Nicola e Lorenzo – alla Pietà de’ Turchini, diventa sempre più protagonista delle trasformazioni, che hanno contribuito a formare il suono dell’Orchestra del Massimo, partecipando alle riforme più rilevanti (insieme a Sarro, Cimarosa e Paisiello in particolare), e legando il suo nome a quello dell’Orchestra sancarliana.
Una parabola artistica che disegna l’evoluzione timbrica della compagine stabile del Teatro, giungendo fino alla stagione Barbaja, con Rossini e Donizetti alla guida musicale del San Carlo, promotori di una qualità musicale che giunge fino ai nostri giorni. Eppure, la questione della sua nascita è ancora oggi avvolta nel mistero, questione dibattuta nell’ambito della comunità scientifica, proprio a causa di un documento che, sebbene autentico, pare sia stato falsificato all’epoca allo scopo di consentire al non più giovane Cafaro di entrare al Conservatorio “nel suo ventesimo anno di età”.
L’atto di battesimo, invece, rintracciato negli anni Ottanta, riporta la data di nascita al 1708, e questo svela il mistero: il ventisettenne aspirante musicista aveva superato il limite di età consentito. Un inganno che ha portato molti studiosi a ritenere giusta la datazione del 1715 o 1716. Un destino “forzato” alla carriera di musicista, per volontà granitica di far parte a tutti i costi di questa Scuola, che canta e incanta le sale di tutto il mondo dal 1737 ad oggi.