“Tra le rovine dell’impero sovietico”, il reportage del giornalista Almerico Di Meglio

 

L’unico reportage complessivo delle repubbliche dell’ex URSS, nei mesi caotici del crollo della superpotenza comunista, è stato presentato al Vomero presso la libreria Mooks Mondadori di piazza Vanvitelli. Il volume dal titolo “Tra le rovine dell’impero sovietico”, edito dall’Università Popolare di Torino, è stato scritto dal giornalista Almerico Di Meglio. Con l’autore ne hanno discusso l’ex responsabile della redazione Esteri del Mattino, Armando Borriello e lo scrittore Fabrizio Coscia. Ha moderato il giornalista Vittorio Bianco.

IL LIBRO – Il 25 dicembre del 1991, Gorbaciov si dimetteva da Presidente dell’Urss, passando i “poteri” a Eltsin e i “codici delle armi nucleari” a Shaposhnikov, in quanto comandante provvisorio delle Forze Armate della Comunità. Sul Cremlino veniva ammainata la bandiera sovietica e alzata quella della Federazione Russa. Il 26, il Soviet Supremo “scioglieva formalmente l’Urss”, le cui istituzioni ufficiali avrebbero “cessato di operare” del tutto entro il 2 gennaio del 1992. Il 30 dicembre del 1991, nel “Vertice di Minsk” i Presidenti degli undici Stati aderenti alla Comunità, mentre si accordavano sul “comando congiunto delle forze nucleari”, mantenevano nettamente separate, sia le “armi convenzionali” rispettivamente in dotazione, sia le “forze armate” di ciascun Stato. Così, poco dopo la fine dell’Impero Esterno, con la “dissoluzione dell’Urss”, finiva pure l’Impero Interno. Non era stato possibile mollare l’uno per salvare l’altro. L’enorme grandezza delle dimensioni complessive era stata un “elemento di forza”, ma, alla lunga, si era rivelato anche un limite, un “fattore di intrinseca debolezza” che avrebbe portato all'”implosione dell’insieme”.

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  DAL TESTO – “La notte fra il 7 e l’8 dicembre 1991 in Bielorussia veniva sciolta l’Unione Sovietica e nasceva una nuova entità slava. Negli stessi momenti a Tashkent preparavo, dopo tanto girovagare tra le rovine dell’impero, i bagagli per rientrare finalmente a Mosca con l’unico reportage “complessivo” dalle repubbliche che un giornalista avesse potuto compiere nel caos di un Paese che si sfaldava.
“Mi aveva accompagnato Giuseppe D’Amato, che avevo incontrato il 20 agosto, tra le barricate della “Casa Bianca” in cui s’era asserragliato Boris Eltsin per resistere al putsch dei vetero-comunisti, tutti collaboratori “infedeli” del presidente sovietico Michail Gorbaciov.
“Quella mattina dell’8 dicembre 1991 arrivammo a Mosca alle 10, cioè esattamente alla stessa ora in cui eravamo partiti dall’Uzbekistan. Miscia, il tassista che ci accompagnava in città, aveva appreso dalla radio che l’esperienza sovietica era finita. Il destino aveva voluto che giungessimo alla nostra ultima tappa in contemporanea con il collasso definitivo della superpotenza comunista.
“La crisi ucraina scoppiata nel 2013 ha dimostrato che le tematiche ex sovietiche rimangono di grande attualità. Il racconto del viaggio di allora è stato arricchito con i necessari approfondimenti.”

  L’AUTORE – Almerico Di Meglio (Napoli, 1948) giornalista professionista dal 1981, già inviato speciale all’estero e notista di politica italiana. Vive tra Napoli, l’isola d’Ischia e Parigi. Ha fatto parte dal 1979 al 2009 della redazione de Il Mattino di Napoli. Caposervizio e inviato della Redazione Esteri ha scritto da molti Paesi: dall’Europa dell’Est e dell’Ovest divise dalla Cortina di Ferro agli Stati Uniti e al Canada, dall’America Latina all’Africa Australe e del Nord, dall’Asia centrale e segnatamente dall’ex Unione Sovietica. Successivamente ha lavorato alla Redazione Politica. È esperto di relazioni Est-Ovest, di questioni geopolitiche e geostrategiche. Centinaia le interviste: capi di stato e di governo, ministri, personalità della politica, della cultura, dal segretario del Pcus Mikhail Gorbaciov a dirigenti e personalità delle repubbliche ex sovietiche, dai ministri della Difesa Usa Weinberger e Carlucci ai leader del Sud Africa nel decennio che ha preceduto l’abolizione dell’apartheid. E’ stato testimone di eventi storici come il primo trattato di disarmo nucleare al vertice Reagan-Gorbaciov di Washington; il crollo del Muro di Berlino; la fine di Ceaucescu; il confronto politico e armato in Africa australe fino all’abolizione dell’apartheid e alla liberazione di Mandela in Sud Africa; lo sgretolarsi dell’impero sovietico (il cui capitolo finale fu il reportage dalle ex repubbliche dell’Urss che si svolse dal fallito golpe di agosto allo scioglimento dell’Unione Sovietica nel dicembre 1991); l’attacco del terrorismo islamico agli Stati Uniti; il semestre di presidenza italiana dell’Ue all’indomani della moneta unica e con l’allargamento dell’Unione all’Est. Una profonda amicizia lo ha legato a François Fejtö. Ha partecipato a numerosi convegni promossi da organizzazioni culturali e politiche, sedi diplomatiche, università. È anche autore di una raccolta di poesie.