di Marco Martone
Sconfitta pesante, dispendio di energie enorme, errori difensivi in fotocopia e per finire, l’infortunio serio a Ghoulam, per il quale si teme l’interessamento dei legamenti.
Peggio di così non poteva proprio andare, benedetta Champions! Che contro il Manchester City si potesse perdere si sapeva, che la difesa dovesse soffrire, vista la qualità degli attaccanti di Guardiola, si sapeva ma che alla fine si dovesse uscire dal campo con le ossa rotte, dal punto di vista fisico e morale, proprio non va bene.
Il Napoli la gara l’ha iniziata alla grande mettendo in soggezione una delle formazioni più forti d’Europa e andando meritatamente in vantaggio con il gol di Insigne, migliore in campo per distacco. Oltre trenta minuti di calcio stellare da parte degli azzurri che, inevitabilmente, alla distanza sono calati anche perché gli inglesi hanno cominciato a giocare come sanno, alzando il baricentro e mettendo sotto pressione il centrocampo degli azzurri.
Peccato che il gol del pareggio sia arrivato a causa del solito errore difensivo, su calcio d’angolo. Ancora un colpo di testa, come accaduto domenica con il Sassuolo. Questa volta è stato Otamendi a battere Reina, approfittando di un errato anticipo di Hysaj. Nel finale di tempo il Manchester ha sfiorato il 2-1 con la traversa colpita da Stones. C’è da dire che il calo del Napoli è coinciso con l’uscita dal campo di Ghoulam, sostituito da Maggio.
La ripresa è cominciata male per gli uomini di Sarri. È bastato il primo calcio d’angolo per consentire al Manchester di raddoppiare, con un altro colpo di testa di Stones, che ha anticipato Maggio in piena area di rigore. Il vantaggio ospite non ha svilito la voglia del Napoli di ottenere un risultato prestigioso e utile per la qualificazione. Ci ha provato Insigne, che ha colpito la traversa, poi Mertens, ancora una volta un po’ egoista.
Il pareggio, meritato, è arrivato su calcio di rigore trasformato in maniera magistrale da Jorginho. Il fallo era stato commesso si Albiol.
A qual punto, forse, sarebbe stato opportuno pensare a non prenderle per portare a casa un pareggio che sarebbe stato oro colato. Ma la filosofica del Napoli è quella di cercare sempre la vittoria e allora la squadra ha continuato ad attaccare. L’occasione l’ha avuta Callejon, ma lo spagnolo solo davanti al portiere si è visto respingere il diagonale a colpo sicuro. Sul calcio d’angolo conseguente Hamsik perde palla al limite dell’area e lancia un contropiede mortale, concluso da Aguero con un preciso diagonale alla sinistra di Reina.
Il 4-2 di Sterling al ’93 serve solo per le statistiche e per un pizzico d’amarezza in più.
Resta la consapevolezza che il Napoli, competitivo in Italia, è ancora lontano dall’essere al livello dei grandissimi club europei. In Champions si prendono troppi gol, molti simili e gli errori si pagano, a caro prezzo. Poi c’è la grana Ghoulam, giocatore fondamentale in questa prima fase di stagione che non ha sostituti alla sua altezza, con tutto il rispetto per il bravo Mario Rui.
A Verona contro il Chievo ci sarà da reagire, con rabbia e personalità. Ora il gioco si fa duro…