(di Mariateresa Di Pastena)
Una volta c’erano quelli rari… Oggi, lo sono un po’ tutti, visto che sono sempre più introvabili! Stiamo parlando dei francobolli, quei capolavori in miniatura, piccole opere d’arte, spesso commemorative, che, posizionati in alto a destra, abbellivano le romantiche lettere e le cartoline di una volta e le accompagnavano dai loro impazienti destinatari. Attualmente, le cassette della posta, relegate tristemente e quasi abbandonate su una parete nell’atrio dei palazzi, sono abitate quasi esclusivamente da pubblicità e bollette sempre più salate, e per questo diventano meta delle maledizioni dei loro proprietari (il cui cognome, in coppia con quello della consorte, spicca in grassetto su una targhetta sbiadita). Ogni volta che, passandoci davanti, si intravede, dietro la piccola fessura trasparente, uno scorcio di busta bianca, si sbuffa intuendo e temendo il contenuto. E così, anche le chiavi, tanto piccole da poter essere utilizzate per introdursi di nascosto nella casa di Barbie e Ken, diventano complici delle mani nervose e riluttanti, che, cercando di aprire la cassetta, si inceppano ogni volta, costringendo quelle stesse mani a prenderla a pugni. Se ci fate caso, infatti, sono tutte più o meno malandate, proprio a causa delle ripetute percosse ricevute.
Pare quasi di sentirle implorare il postino di turno, mentre infila la posta, affinché abbia pietà di loro almeno una volta!
I francobolli, dicevamo, oggi sono difficili da trovare perfino presso le tabaccherie ed hanno come fedeli corteggiatori solo gli appassionati di filatelia che li collezionano, custodendoli, come reliquie, negli appositi contenitori, e consultano qualche rara rivista specializzata ancora sopravvissuta.
Nell’era della tecnologia e dell’informatica, in cui la corrispondenza via posta è stata quasi completamente sostituita dalle e-mail e dalla messaggistica, l’unico destinatario di lettere, ancora superstite e raggiungibile attraverso le missive, sembra essere il buon Babbo Natale. Anche se, ormai, pure lui è al passo con i tempi!
Eppure, era così emozionante, per le ragazze e i ragazzi di una volta, tornare da scuola e trovare la cassetta della posta traboccante di lettere e cartoline (o trovarle già in fila sulla scrivania della cameretta, ritirate precedentemente dalle mani più dolci e premurose del mondo, quelle della propria mamma, che aveva avuto tutto il tempo (e, oseremmo dire, anche un po’ il diritto) di sbirciarne la provenienza e, soprattutto, il mittente.
Che meraviglia quelle lettere, ricevute dagli amici o dagli amori lontani! O da quelli estivi, che sapevano di mare e di vacanze e facevano sospirare e quasi sentire ancora la sabbia bollente sotto i piedi, illudendoci di essere ancora lì, sulla spiaggia, sotto il sole, all’epoca figli e coccolati, ricchi di giornate senza impegni scolastici e di pura spensieratezza.
Nonostante fosse nero, o blue, su bianco, su di un foglio di carta da lettere baciata da fiori o pupazzetti, a volte profumata, quello scritto era un arcobaleno che svelava l’identità del mittente e la sua anima, contraddistinguendolo. Quella delle ragazze, era una grafia quasi sempre seducente e tondeggiante, dalle forme sinuose, mentre, quella dei ragazzi, un po’ spigolosa e meno comprensibile, quasi enigmatica. La foga, nell’aprire le lettere, era direttamente proporzionale al contenuto che ci si aspettava: le parole d’amore sembravano sussurrate dalla voce dell’amato e ci accarezzavano gli occhi, mentre le leggevamo. Un ‘ti amo’ non si poteva più cancellare, restava per sempre su quel foglio! Rileggere quelle lettere e quelle cartoline dal mondo, che arrivavano un po’ sgualcite, nonne dei moderni e a volte isterici whatsapp zeppi di foto, fa sempre bene al cuore! Che belli quei paesaggi, quei tramonti e i monumenti che viaggiavano attraversando città e paesi, dopo essere stati imbucati nella grossa cassetta rossa! (anche quella ormai sempre più rara).
“Scrivimi…” dice una bellissima canzone del nostro concittadino Nino Buonocore, datata 1990, che ci fa ancora sognare, “servirà a sentirti meno fragile, quando nella gente troverai solamente indifferenza… tu non ti dimenticare mai di me. E se non avrai da dire niente di particolare, non ti devi preoccupare, tanto io saprò capire. A me basta di sapere che mi pensi anche un minuto, perché io so accontentarmi anche di un semplice saluto. Ci vuole poco, per sentirsi più vicini… Scrivimi”.