Si è conclusa domenica 27 novembre, con la partecipazione di circa 20.000 persone, la 36esima edizione di Futuro Remoto, il primo festival della scienza d’Italia – nato da un’idea del fisico Vittorio Silvestrini nel 1987 e realizzato da Città della Scienza di Napoli – con il sostegno della Regione Campania, la co-organizzazione delle sette Università della Campania e la collaborazione dei principali centri di ricerca nazionali – che ha visto in programma oltre 500 eventi (di cui 40 eventi in remoto e più di 450 eventi in presenza) dedicati al tema Equilibri. Benchè il maltempo abbia fatto sospendere alcune attività, sono state 200 le realtà partecipanti e oltre 1000 i ricercatori, con oltre 90 eventi al giorno, di cui 10 eventi internazionali e più di 10 Grandi Eventi.
Nella duplice formula consolidata negli ultimi anni, in presenza e on line, il festival ha affrontato attraverso mostre, grandi eventi, caffè scientifici e science show, games ed escape room la tematica sempre più attuale della necessità di nuovi punti di equilibrio in ambito sociale, geopolitico e ambientale guardando a quanto la ricerca scientifica e l’innovazione stanno elaborando per la definizione di un nuovo e più armonico equilibrio essere umano-natura.
Ancora una volta con Futuro Remoto la scienza ha incontrato la società: ricercatori, scienziati e rappresentanti della cultura scientifica italiani e internazionali hanno dialogato con il pubblico intorno ai risultati più avanzati della ricerca in settori strategici per lo sviluppo del paese, affrontando gli intrecci tra scienza e società, ricerca e tecnologia, per riflettere sulle grandi sfide del presente e del futuro.
Tanti gli ospiti internazionali che si sono alternati negli incontri in presenza e on line come lo scrittore statunitense David Leavitt (Ballo di famiglia, Eguali amori, Il matematico indiano) introdotto dal Direttore del Science Centre di Città della Scienza Luigi Amodio, che ha discusso con il pubblico e i giovani ricercatori delle scuole di dottorato sul tema della comunicazione scientifica attraverso i linguaggi dell’arte.
Il pubblico è stato trascinato poi in un affascinante viaggio tra scienza e musica, attraverso la realtà descritta con lo sguardo della Meccanica Quantistica nella conferenza spettacolo QUANTO. La parola che ha cambiato la fisica”, a cura dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare- INFN, mentre nella conferenza spettacolo Canto per Europa ha seguito il giornalista e scrittore Paolo Rumiz nella riscrittura al femminile dell’epica del nostro continente, mescolando mito, viaggio, storia e mistero alle tragedie dell’attualità.
Nello spettacolo Viva lo spazio… come sopravvivere in orbita gli spettatori hanno assistito ad una coinvolgente narrazione sulla vita nello spazio, che ha risposto alle curiosità sulle tecnologie provenienti dalle missioni spaziali (cellulari, giacche termiche, forni a microonde, etc.) e presentato gli aspetti più interessanti dalla fase di addestramento al volo, fino alla gestione quotidiana sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
La conferenza Transizione ecologica e la nostra Costituzione, a cura della Fondazione Dohrn a cura di Ferdinando Boero, Presidente Fondazione Dohrn e Chair della Stazione Zoologica Anton Dohrn, a partire dalla recente introduzione dei temi della Biodiversità e degli ecosistemi all’interno della Costituzione Italiana, ha approfondito il complesso rapporto tra capitale economico e capitale naturale, la cui salvaguardia è necessaria alla sopravvivenza della vita sul pianeta. I ragazzi delle scuole sono stati condotti alla scoperta dell’Artico da Angelo Viola dell’Istituto di Scienze Polari CNR-ISP insieme ai ricercatori della Stazione Dirigile Italia in Artico, attraverso un collegamento in diretta dalla stazione artica “Dirigibile Italia” alle Svalbard a 80° Nord in cui sono state illustrate le conseguenze dei cambiamenti climatici in artico e il loro impatto alle medie latitudini, rispondendo alle loro domande e curiosità sulla ricerca e sulla vita quotidiana in luogo così remoto.
Ancora l’appuntamento ‘Uno Chef in Corsia: la Salute si cura a tavola’, a cura della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha visto i professori dell’ateneo federiciano presentare, con l’aiuto di uno chef in camice, una serie di salutari ricette per contrastare alcune patologie.
Grande successo ha infine riscosso la novità dell’edizione di quest’anno: i 12 games e le 6 escape rooms, giochi di logica nel quale i concorrenti, una volta rinchiusi in una stanza allestita a tema, hanno dovuto cercare una via d’uscita utilizzando ogni elemento della struttura e risolvendo codici, enigmi, rompicapo e indovinelli;) che si sono susseguiti per tutta la durata della manifestazione coinvolgendo le famiglie e le scuole.
Una sezione importante del programma è stata come sempre dedicata alle mostre, che saranno visitabili fino a fine anno. Tra le più affascinanti c’è quella dedicata allo spazio, dal titolo Spazio al Futuro, promossa dall’Università degli Studi di Napoli Federico II con il supporto dell’INFN. Partendo dagli straordinari traguardi raggiunti più di tremila anni fa dagli astronomi babilonesi, la mostra apre una finestra sull’affascinante caleidoscopio degli “universi” di culture al tempo stesso lontane e vicine, cui ci legano fili invisibili e spesso insospettati.
In una delle tre installazioni in mostra curate dall’INF, Espansione dell’Universo, avvicinando e allontanando le mani dal dispositivo interattivo, il visitatore è infatti in grado di viaggiare attraverso il tempo su scale cosmiche: avvicinando le mani “comprimerà” l’universo fino a portare le lancette dell’orologio cosmico al Big Bang. Basterà invece allontanarle per dare il via alla sua espansione.
L’exhibit interattivo Materia Oscura racconta, invece, come la quantità di questa ancora misteriosa forma di materia presente nel nostro universo influenza la velocità di rotazione delle stelle più esterne intorno al centro della Galassia. Infine, nell’installazione interattiva Buco Nero sarà possibile scoprire che cosa succederebbe se potessimo avvicinarci a un buco nero, fino a superarne l’orizzonte degli eventi e, subendo la sua straordinaria attrazione gravitazionale, essere risucchiati al suo interno. L’installazione Buco Nero è curata dall’INFN con EGO Osservatorio Gravitazionale Europeo e la Collaborazione Virgo, progettata da Dotdotdot, e realizzata nel contesto del progetto Di Bellezza Si Vive – di cui l’INFN è partner – selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, e con il contributo di Fondazione Horcynus Orca).
Grazie a un altro exhibit è possibile conoscere l’azione della forza di gravità sui vari corpi che popolano l’universo sperimentandone gli effetti con la simulazione di una passeggiata su Marte o sulla Luna. E ancora, immergendosi nell’affascinante viaggio di fasci di onde elettromagnetiche sarà possibile osservare la Terra dallo spazio.
Un altro capitolo affascinante dell’esposizione è dedicato alla ricerca della vita nello spazio con le giuste condizioni di abitabilità di pianeti o lune del sistema solare.
Il percorso si chiude con un omaggio al telescopio spaziale James Webb che permetterà di affrontare le sfide future portandoci in una nuova era dell’astronomia osservativa che potrebbe rivoluzionare le nostre conoscenze dell’Universo.
“Aquae. Il futuro è nell’oceano” è invece il titolo dell’affascinante esposizione a cura del CNR, che offre al pubblico un percorso ricco di esperienze interattive sulle più importanti tematiche legate al mare, all’oceanografia e alle tecnologie ad esso collegate. Attraverso esperimenti, attrezzature scientifiche, modelli in scala, videoinstallazioni e immagini suggestive, i visitatori sono accompagnati in un viaggio alla scoperta degli oceani, per conoscere le principali caratteristiche dell’ambiente marino, con particolare attenzione all’utilizzo e alla conservazione delle sue risorse per uno sviluppo sostenibile, determinante per le condizioni di crescita e di sviluppo dell’intera umanità. Tra i più affascinanti exhibit in esposizione ci sono I fondali oceanici, la Vasca delle Onde, le Turbolenze oceaniche, L’elica propulsiva navale, Il Vortice, l’Osservatorio Meteo-Oceanografico W1M3A scala 1:50.
La mostra Rock , Hydrogen and Bacteria: dalle origini della vita alla transizione energetica, a cura del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse, Università di Napoli “Federico, esplora il rapporto fra l’idrogeno, il sistema roccia ed il mondo dei batteri, attraverso l’utilizzo di oggetti espositivi (carote dal sottosuolo o potenziale reservoir profondi, contenitori con batteri di ambienti profondi), modelli interattivi (modellino o dimostratore che simuli flussi in entrate ed uscita di fluidi) e schermi con diagrammi e strutture 3D.L’esposizione a cura dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-INGV dal titolo Terra: alla costante ricerca di un equilibrio, partendo dall’osservazione dei disequilibri globali che rendono la Terra dinamica, guiderà il pubblico alla scoperta delle manifestazioni della dinamica terrestre in Italia e in Campania, attraverso plastici, dimostrazioni con strumentazioni scientifiche, exhibit interattivi e video. E ancora la mostra Memoria dei ghiacci, a cura della Fondazione Università Ca’ Foscari di Venezia, guida i visitatori nella lettura dei ghiacciai: il libro del nostro passato, in cui sono conservati, strato dopo strato, informazioni su clima e ambiente risalenti a circa 10.000 anni fa. L’esposizione racconta il ciclo di vita dei ghiacciai italiani attraverso una app che permette di vedere come sono cambiati, ritirandosi, nel loro ultimo secolo di vita, mentre la ricostruzione di una carota di ghiaccio, con stampa 3D, permette di scoprire il nostro passato e impegnarci nel presente per il futuro.
Cinque finestre è invece il titolo dell’installazione sonora multimodale interattiva, a cura Dipartimento di Ingegneria Industriale- Sezione Elettronica – Università degli Studi di Salerno, che grazie al field recording e alla realtà aumentata acustica mira a ristabilire una posizione di ascolto del paesaggio sonoro intima e meditativa. L’installazione si propone di preservare i suoni archetipi dei Monti Picentini e sensibilizzare i visitatori al tema dell’ecologia sonora; è composta da cinque finestre, ciascuna dotata di sensori per rilevarne il grado di apertura: più la finestra è aperta e più lascerà passare un determinato paesaggio sonoro.
Tutte le esposizioni saranno visitabili fino a fine anno negli spazi di Città della Scienza e sono comprese nel costo del biglietto di ingresso.