In occasione della missione in Campania il presidente di Cia Campania ha incontrato stamattina, lunedì 19settembre, il Commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan. Meno burocrazia, reciprocità di trattamento con i Paesi Extra-Ue, difesa del reddito e sostegno alle filiere sono stati i temi al centro del confronto
Innovazioni tecnologiche, organizzative e commerciali, semplificazione burocratica, rafforzamento delle filiere produttive e difesa della redditività dei piccoli produttori contro l’eccessiva volatilità dei prezzi. Sono proposte puntuali e concrete quelle che gli agricoltori di Cia Campania hanno avanzato al commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan in occasione dell’incontro con Alessandro Mastrocinque, vicepresidente nazionale e numero uno regionale di CIA – Agricoltori Italiani Alessandro Mastrocinque svolto stamattina, lunedì 19 settembre, alla Reggia di Caserta a margine del convegno pubblico sul tema “Innovazione, agricoltura di qualità e prodotti tipici. La sfida del Mezzogiorno nel quadro delle politiche europee”. “Una sfida complessa – spiega Alessandro Mastrocinque – ma che siamo in grado di vincere. A patto però che sulla politica agricola comunitaria si facciano al più presto delle correzioni”.
A tre anni dall’avvio operativo della riforma, l’impianto complessivo della Pac si sta infatti dimostrando inadeguato alle trasformazioni dettate dal mercato globale non riuscendo a difendere i redditi dei produttori agricoli, e ciò soprattutto nei paesi mediterranei e nel Mezzogiorno d’Italia, caratterizzato da una maggiore diversificazione produttiva, da processi colturali a maggiore intensità di lavoro e da una più alta esposizione alla concorrenza di paesi extra-Ue.
“Non possiamo attendere il 2020 – continua Alessandro Mastrocinque – per ovviare a queste evidenti criticità emerse dal piano comunitario sul primo settore. A tutela del futuro degli agricoltori del Sud chiediamo pertanto a Hogan di intervenire subito su quattro aspetti: difesa del principio di reciprocità degli standard produttivi e commerciali tra Ue e paesi terzi, in modo da evitare casi come quello recente del Sud Africa per gli agrumi; rafforzamento delle politiche a sostegno delle filiere e dell’aggregazione di organismi interprofessionali; estensione degli strumenti assicurativi di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito; e, ultimo ma non ultimo, semplificazione burocratica per le misure del Psr, a cominciare da quelle davvero farraginose relative ai finanziamenti per la consulenza delle piccole imprese e per l’incentivazione di approcci partecipativi”.