La parola giusta è empatia, con la E maiuscola, perché i ragazzi del Carcere di Nisida e la delegazione di atleti di Aqua Centurions hanno vissuto una giornata differente scambiandosi esperienze, storie di vita, percorsi di formazione.
“Due mondi apparentemente diversi che abbiamo voluto mettere in contatto per far capire ai ragazzi cosa significa spirito di sacrificio. Il vero valore è la capacità di relazione, il dialogo, il ritrovarsi attraverso percorsi che hanno tanto da dirsi” ha detto il direttore del carcere minorile di Nisida Gianluca Guida al termine di una visita che è andata oltre gli schemi normali.
“E’ stato come un incontro tra ragazzi ed è stato duro abbracciarci quando ci siamo salutati” il pensiero di Nicolò Martinenghi che di anni ne ha 22 proprio come qualche ospite della casa circondariale minorile napoletana. “E’ sicuramente una visita che ha dato più a noi che a loro – prosegue – abbiamo visto dei ragazzi di cui spesso sentiamo parlare che hanno una grande voglia di riscatto sociale. Lo sport può darglielo. La cosa importante è che si crei un dopo Nisida. Quando andranno via di qui. Con tutte le esperienze fatte e con quanto hanno imparato molti di loro ci hanno manifestato la voglia di cambiare passo. Bisogna accompagnarli in questo percorso”.
Una giornata, per otto ragazzi dell’istituto partenopeo, passata tra il mare di porto Paone e la mensa dello storico don Peppino. Fianco a fianco ora in acqua ad imparare i segreti del dorso con Simone Sabbioni, più volte medagliato mondiale, quelli dello stile libero di Alessandro Miressi, argento e bronzo a Tokyo, quelli della rana di Nicolò Martinenghi, anch’egli due volte bronzo in Giappone. “Devo dire la verità che in acqua se la cavano bene – il pensiero di Miressi – ma è stato soprattutto bello interagire con loro. In fondo siamo coetanei”.
Per Simone Sabbioni: “Abbiamo capito che tutti hanno una grande voglia di riscatto e la cosa importante è non lasciarli soli”. A guidare la pattuglia di Aqua centurions Domenico Fioravanti e Andrea Beccari. “Era importante – dicono – una relazione del genere. Tanto per noi quanto per loro. Noi siamo fortunati perché viviamo in contesti anche agiati e spesso dimentichiamo quello che c’è attorno. Mi ha fatto piacere vedere che alcuni hanno anche seguito le olimpiadi. Significa che siamo di esempio per molti. “International Swimming League ha voluto creare questa relazione perché crede fermamente che questa tappa napoletana non è soltanto nuoto, ma anche l’opportunità di conoscere la città in tutti suoi aspetti, da quelli sportivi a quelli ludici e turistici, a quelli sociali e questa è solo la prima di una serie di iniziative che abbiamo in programma. Oggi tutti noi abbiamo imparato molto e sono orgoglioso di avere in ISL ragazzi come Niccolò – Alessandro e Simone” le parole di Andrea di Nino, manager di Isl e ideatore dell’incontro. E sul belvedere arriva anche una promessa: I ragazzi di Nisida andranno alla piscina Scandone per tifare i loro nuovi beniamini.
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