Il progetto del “Museo Caruso” al Palazzo Reale di Napoli è stato selezionato per l’ADI Design Index 2024. Un riconoscimento frutto di un grande lavoro di squadra: dalla ideazione di Laura Valente, curatrice dell’unico museo pubblico dedicato al grande tenore Enrico Caruso, alla progettazione di NEO [Narrative Environments Operas]. Essere inclusi nell’ADI Design Index rappresenta un traguardo di grande rilevanza: l’Index è la selezione annuale dei migliori progetti di design italiani, curata dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI) e farne parte testimonia non solo la qualità e l’innovazione del progetti selezionati , ma rappresenta la candidatura ufficiale al Compasso d’Oro, il più prestigioso premio di design in Italia, che sarà assegnato nella prossima edizione.
“La scelta di un progetto così all’avanguardia, tanto da essere selezionato, ideato da una visione innovativa di Laura Valente e realizzato grazie a NEO, ci rende orgogliosi – ha dichiarato Mario Epifani, direttore di Palazzo Reale – È la dimostrazione che le mostre possono avere diverse chiavi di lettura e possono essere fruibili anche con modalità innovative che le rendono più coinvolgenti e accattivanti. Il successo è testimoniato non solo da questo risultato, ma anche dalla grande partecipazione di visitatori registrata dall’apertura”.
La monumentale Sala Dorica del Palazzo Reale ha accolto il Museo Caruso inaugurato nel 2023 non solo con un’esposizione di cimeli carusiani, ma anche con animazioni in 3D e piattaforme multimediali, postazioni e installazioni musicali e cinematografiche, che creano una vera e propria stanza delle meraviglie, un caleidoscopio di effetti rivolto a un pubblico eterogeneo che ha coinvolto, non solo i visitatori da tutto il mondo, ma anche gli appassionati e gli addetti ai lavori.
“Osare una visione differente di museo dedicato ad una voce, nel nostro caso ‘la voce’ per eccellenza, è stato possibile grazie alla condivisione e alla collaborazione di un team dalle varie anime e al sostegno delle istituzioni che hanno creduto fortemente in un’idea di allestimento performativo. Con archivi in movimento su dischi giganti, piattaforme digitali e installazioni digitali e cinematografiche che raccontano le varie anime del cantante napoletano. Lo straordinario ‘segno’ di Neo, ha interpretato e realizzato questa idea di narrazione, che è arrivata chiaramente non solo agli appassionati ma anche alle nuove generazioni, che hanno affollato il museo dalla sua apertura ad oggi”, dichiara la curatrice Laura Valente.