di Marco Martone
Quando una squadra segna 6 gol, ne sfiora almeno altri 5, domina in lungo e largo per 90 minuti, irride l’avversario e trascorre una domenica di assoluta vacanza in difesa, diventa difficile esprimere commenti e dare giudizi. Troppo forte il Napoli per questo Benevento, arrivato al San Paolo da vittima predestinata, con assenze importanti (Ciciretti e D’Alessandro su tutti) ma che ha mostrato tutti i limiti di una squadra che, stando a quello visto a Fuorigrotta, sembra improponibile per la massima serie.
Il Napoli si è divertito rispondendo per le rime e a suon di gol, agli squilli di Inter e Juventus, che avevano fatto bottino pieno con Crotone e Sassuolo.
Sarri manda in campo i cosiddetti titolarissimi, smentendo in maniera evidente i tanti pronostici, dei soliti ben informati della stampa campana, che preannunciavano l’impiego dal primo minuto dei vari Maksimovic, Rog, Giaccherini e Milik, tanto per citarne qualcuno.
Il tecnico, invece, sceglie la formazione, sulla carta, più affidabile e lo fa, probabilmente per due motivi fondamentali. Prima di tutto per consentire alla squadra di trovare, giocando, quel ritmo che ancora non sembra paragonabile a quello dimostrato sul finire dello scorso campionato. Il secondo motivo riguarda gli obiettivi della stagione. La Champions è una passerella affascinante e prestigiosa ma non può essere il primo pensiero del gruppo azzurro, che evidentemente punta dritto alla vittoria del campionato. Non si spiegherebbe altrimenti l’utilizzo di tutti i titolari, nella settimana che prevede tre impegni a distanza di pochi giorni (mercoledì c’è la Lazio) e che precede quella del secondo turno di coppa contro il Feyenoord.
La giornata si apre con un sentito ricordo di Carmelo Imbriani, ex di entrambe le squadre scomparso qualche anno fa e con un minuti di raccoglimento per le vittime del nubifragio di Livorno.
La partita dura, di fatto, 15 minuti. Il tempo che ci mette il Napoli per segnare due volte, con Allan prima, bravo a ribattere in porta un pallone respinto da Belec su tiro di Mertens e poi con Insigne, che trova il suo colpo preferito, il tiro a giro, sul quale il portiere degli stregoni non può fare assolutamente nulla. Il resto della gara è un allenamento azzurro, fatto di reti (Mertens, Callejon nel primo tempo, doppio rigore del belga nella ripresa) e di occasioni mancate, peccato per Hamsik, che almeno questa volta ci ha provato ma che ancora appare lontano dalla forma migliore.
Forse, con un po’ di personalità in più il capitano avrebbe potuto calciare uno dei due rigori e trovare quel gol che può servire a sboccarlo in un momento così difficile.
Mercoledì si va a Roma contro la Lazio. Sarà tutta un’altra musica…