di Marco Martone
Adesso parlare di crisi non è più un azzardo. Il Napoli spreca la grande occasione di tornare in testa alla classifica, nonostante la sconfitta subita venerdì scorso contro la Juventus. Era già accaduto due anni fa, quando il gol di Zaza ricacciò il Napoli dietro i bianconeri e la settimana successiva i partenopei, impegnati in casa col Milan, non approfittarono del mezzo passo falso dei campioni d’Italia a Bologna. Non è un caso. La squadra, evidentemente, manca di personalità e anche di quella qualità necessaria per venire a capo di gare complicate, scorbutiche e bloccate come quella con i Viola di Pioli. Si sente maledettamente la mancanza di una punta di peso, un attaccante fisico capace non solo di consentire a Mertens di tirare il fiato (il belga è in una condizione francamente imbarazzante) ma anche di offrire alternative tattiche durante la partita, che evidentemente non piacciono all’allenatore.
La decisione di far andare via Zapata e Pavoletti, puntando su un’unica vera punta (Milik) e sulla vena realizzativa di Mertens, rischia di trasformarsi in una scommessa persa.
Contro la Fiorentina il Napoli è stato praticamente assente per i primi 45 minuti, senza mai tirare verso la porta di Sportiello. Sono stati gli ospiti, invece, a rendersi pericolosi in almeno tre occasioni. Nella prima Simeone avrebbe anche segnato ma l’arbitro ha bloccato l’azione per un chiaro fuorigioco. Poi ci ha pensato Reina a fermare i tiri di Benassi e Simeone nel finale di tempo.
Nella ripresa gli azzurri sono scesi con un piglio diverso ma l’arrembaggio scomposto ha portato solo ad un paio di conclusioni di Zielinski, alta la prima e ben parata la seconda, ad un tiro di Hamsik a lato e alla grande occasione per Mertens, liberato solo davanti a Sportiello ma in posizione defilata e capace solo di colpire in pieno l’estremo difensore viola.
Il pareggio lascia il Napoli al secondo posto, un punto dietro l’Inter e uno avanti alla Juve. Classifica alla mano tutto è ancora da giocare, quello che preoccupa è l’involuzione di una squadra che da almeno quattro partite non riesce a trovare lucidità e concretezza sotto rete. Si paga l’avvio di stagione condizionato dai preliminari, la fatica di giocatori costretti al super lavoro dall’allenatore, che non vede alternative ai 13/14 titolari. Qualcosa la sbaglia anche Sarri, che mai riesce a sparigliare le carte sul tavolo a partita in corso. Anche questa volta Ounas non ha avuto il tempo per incidere, Giaccherini è rimasto fuori e i cambi sono stati sempre ruolo per ruolo, senza grande fantasia.
Peccato perché l’occasione era ghiotta e situazioni del genere, nel corso del campionato, non ne capitano parecchie.