È impossibile capire il programma balistico nordcoreano, la politica cinese statunitense in Asia orientale, il ruolo del Giappone, se non si sfata la narrazione grottesca e sensazionalistica che domina nei media occidentali.
Megumi – Storie di rapimenti e di spie della Corea del Nord (Rogiosi Editore) di Antonio Moscatello, segue le tracce di una studentessa tredicenne giapponese e affronta la questione dei rapimenti effettuati da spie nordcoreane, nel contesto di conflitti e di nodi storici ancora oggi irrisolti, da cui tensioni divenute un rischio costante: quello di una nuova guerra.
Megumi Yokota tornava da scuola in una serata di novembre del 1977. Erano circa 500 metri, ma in quel breve tragitto scomparve e non se ne seppe nulla per vent’anni, nonostante le ricerche dei suoi genitori, della polizia e dei cittadini che si attivarono per trovare la ragazzina.
Due decenni dopo, le testimonianze di alcuni fuoriusciti dalla Corea del Nord svelarono il mistero: Megumi era stata catturata da agenti di Pyongyang. E come lei, tante altre vittime di un ordine partito da Kim Jong Il, allora numero due del regime.
Oltre a Megumi sono tante le persone prelevate per essere utilizzate come insegnanti di lingua e cultura straniera nell’addestramento delle spie, per lavorare come traduttori di giornali e libri stranieri, persino per sposare altri rapiti e innumerevoli altre storie, alcune delle quali ammesse dallo stesso leader Kim Jong Il nel vertice col premier giapponese Junichiro Koizumi del 2002; altre ancora oggi sono dubbie e avvolte nella nebbia. E il mistero sulla sorte di Megumi, ormai diventata nonna, ancora da sciogliere…
Il libro è frutto di un’inchiesta svolta in Giappone nel 2012 e di quasi cinque anni di ricerca su fonti scritte.
Antonio Moscatello è nato il 22 febbraio 1970 in Puglia ed è giornalista professionista dal 2002. E’ laureato all’Orientale di Napoli e ha vissuto in Giappone per oltre tre anni. Nel 1993 ha ottenuto una borsa di studio del Ministero dell’Educazione nipponico che gli ha permesso di vivere in Hokkaido, la più settentrionale isola dell’Arcipelago, per oltre un anno, frequentando la locale università.
Dopo la laurea, nel 1995, ha fatto il traduttore e l’interprete dal giapponese. Nel 2001-2002 ha lavorato presso la Camera di commercio italiana in Giappone (ICCJ), per la quale ha diretto la rivista camerale e ha curato la seconda edizione di un saggio, Il Giappone a portata di mano, edito da Etas Libri. Ha inoltre collaborato con Affari&Finanza, il settimanale economico della Repubblica, ma principalmente ha lavorato come corrispondente da Tokyo dell’allora neonata agenzia di stampa Ap.biscom, diretta da Lucia Annunziata.
Dopo il rientro in Italia è stato integrato nella redazione centrale di Ap.biscom, poi diventata Apcom. Negli anni tra il 2003 e il 2005 ha seguito da inviato le fasi del conflitto in Iraq: l’attentato alle forze italiane a Nassiriya, l’arresto di Saddam Hussein e il suo processo, i tentativi di rinascita di quel martoriato paese, la vita nella Baghdad occupata. Inoltre ha realizzato reportage sul disastroso tsunami del Sud-est asiatico del dicembre 2004, sugli attentati di Londra del luglio 2005.
In seguito, per due anni, tra il 2005 e il 2007, ha aperto e gestito l’ufficio di corrispondenza di Apcom (oggi denominata Askanews) a Budapest e per alcuni anni ha raccontato quanto accadeva nell’area dell’ex Patto di Varsavia, impegnata nel controverso processo d’integrazione nell’Unione europea. Da tre anni è tornato a occuparsi principalmente di Asia orientale (Cina, Coree e Giappone in particolare), mantenendo tuttavia un’attenzione forte anche per il Medio Oriente e l’area ex sovietica.
Accanto all’attività giornalistica e sindacale, ha inoltre costantemente coltivato l’interesse e la passione per la narrativa. Nel 2014 ha pubblicato, per i tipi della casa editrice Kairòs di Napoli un thriller intitolato Il lupo.