di Marco Martone
La magica notte del San Paolo si illumina d’immenso con le giocate di Higuain e le parate di Reina, che mandano in brodo di giuggiole i 55mila sugli spalti e consegnano al Napoli, dopo quasi venticinque anni, il primo posto in solitario in classifica. Una partita straordinaria, vinta con merito dagli azzurri, al di là delle grottesche proteste di Mancini e al netto degli episodi, anche fortunati, che hanno caratterizzato l’incontro. Il Napoli ha vinto perché gioca meglio dell’Inter e perchè può annoverare tra le sue fila un signor giocatore, Gonzalo Higuain, che in questo momento della stagione sta facendo la differenza. Una vittoria che assume un valore doppio, in considerazione del fatto che è arrivata contro la migliore Inter fino ad oggi vista in campionato. E che sarebbe stata una serata di pura magia lo si è capito dopo una manciata di secondi, quando il Pipita ha girato alle spalle di Handanovic il pallone dell’1-0. Da quel momento il Napoli si è impadronito della partita e pur non creando grandissime occasioni da rete, non ha mai dato agli avversari la possibilità di rendersi pericolosi. Poi è arrivata l’espulsione di Nagatomo, per doppia e giusta ammonizione. Un episodio che paradossalmente ha condizionato più la squadra di Sarri che non gli uomini di mancini. La ripresa è iniziata con una Napoli contratto e timoroso e una Inter più quadrata in campo e capace di sviluppare trame offensive di una certa pericolosità. La rete di Higuain, di forza, prepotenza e classe, ha dato agli azzurri l’illusione di aver chiuso i conti e invece ha messo le ali all’Inter che ha cominciato a salire con gli esterni e a creare grattacapi a Reina. La rete dell’2-1 ha aperto una nuova partita fatta di occasioni clamorose, da una parte e dall’altra, parate straordinarie, una di Handanovic su Higuain e l’altra di Reina in uscita su Ljajić. Poi il finale da infarto con i due pali dell’Inter, il secondo dei quali grazie alla parata-miracolo di super Reina. Il triplice fischio di Orsato è stato una liberazione per tutti e ha aperto la festa con i giocatori sotto la curva e il pubblico in delirio. Ora però arriva il compito più arduo per la squadra e per Sarri. Mantenere i piedi per terra e gestire una situazione di grande entusiasmo. La testa deve necessariamente andare subito al Bologna e al nemico Donadoni, che lo scorso anno giocò un bruttissimo scherzo al Napoli con il suo Parma già retrocesso. Godiamosi il primato, dunque, ma senza distrazioni, perché l’avventura è appena cominciata.