«Napoli contro il vento nero dei divieti»

(Luigi de Magistris)

Per alcuni è il sonno della ragione, per altri il sonno dei sentimenti della vita, per altri ancora entrambi. Solo per rimanere ai tristi eventi degli ultimi giorni: il Ministro Salvini, in nome dell’intero Governo, ha dato l’ordine di deportare tutti i migranti di Riace per distruggere il modello di umanità creato dal Sindaco Mimmo Lucano. I mafiosi collusi con le Istituzioni rimangono senza essere disturbati dal Governo, le vittime delle tratte di esseri umani vengono deportati dallo Stato che dovrebbe proteggerli. Questa è la violenza istituzionale della repressione di Stato. Ma anche diverse amministrazioni comunali non scherzano. È la fotocopia che si affanna a rincorrere l’originale. A Lodi si vieta a 200 bambine e bambini figlie e figli di stranieri di mangiare alla mensa scolastica con le bambine ed i bambini italiani. Atto indegno che ricorda le infami e criminali leggi razziali. A Venezia si formano fisicamente i poliziotti municipali per meglio rincorrere i migranti neri. Non è una competizione olimpionica, ma la caccia al nero. A Firenze si consegnano alla polizia per farle espellere due ragazze che fanno il mimo in piazza: con l’arte di strada metterebbero in pericolo il decoro e la sicurezza pubblica. A Pisa si vieta addirittura alle persone di rimanere sedute in piazza. Noi non possiamo e vogliamo insegnare niente a nessuno, per carità di patria. Del resto Napoli è città di sofferenze ed anche molto bollata dalla propaganda politico-mediatica. Di sicuro, però, andiamo in direzione ostinata e contraria rispetto a questo vento nero dei divieti, dell’insicurezza e della paura. Abbiamo 7 anni fa liberalizzato la possibilità di esercitare l’arte di strada. Prima città in Italia sulla creatività urbana per la street art. Abbiamo consentito a collettività di abitanti di autogestire spazi abbandonati che sono divenuti luoghi di vita. No sgomberi, ma attività dall’elevato profitto sociale e popolare. Abbiamo reso i luoghi della città sempre più ricchi di cultura. L’energia che si respira in città è di orgoglio, rinascita, appartenenza, apertura al mondo. Certo tanto ancora c’è da fare, del resto governiamo senza soldi per colpa dei predatori del passato e dei governi che mettono lacci e vincoli per ostacolare il vero cambiamento, quello dal basso, dai territori. La sicurezza si rafforza chiedendo allo Stato più presenza delle forze di polizia, ma anche riempiendo i luoghi di cultura, attività sociali e sportive, iniziative di intrattenimento. Forse non è frutto del caso se Napoli negli ultimi anni è la città che più cresce per cultura e turismo, forse non è la combinazione di coincidenze se oggi Napoli è terza per start-up giovanili, forse non è un fatto fortuito se in tre anni si sono realizzate in città 400 produzioni cinematografiche e televisive. Il clima di odio, la caccia al nemico, la violenza verbale, fisica ed istituzionale non portano mai nulla di buono. Consolidano solo un clima di regressione, paura, depressione, infelicità. Così come le guerre portano solo distruzione. Odio porta odio, la violenza coltiva sentimenti di vendetta. Questo brutto clima nel Paese non serve per lo sviluppo dell’Italia, non aiuta la crescita degli investimenti, non incoraggia chi lavora ogni giorno tra tante difficoltà, non garantisce un futuro prospero ai giovani, non offre opportunità di lavoro, non consolida cultura e turismo, aumenta l’insicurezza interna ed internazionale. Serve ed è funzionale solo ai detentori del potere di turno per veder crescere il loro consenso personale. Lavorano sulle paure, sulle infelicita’ e sui problemi e la loro medicina è l’antitesi della felicità, è veleno sociale. Se mettiamo in campo, uniti nelle diversità, condotte ispirate alla valorizzazione dei nostri territori, se puntiamo sui beni comuni e sui bisogni concreti degli abitanti del nostro Paese, mettendo al centro i valori di libertà, uguaglianza, giustizia e fratellanza, l’Italia potrà ritornare ad essere un Paese con prospettive future di coesione e prosperità. È con i sentimenti della vita che si costruiscono strade solide, con i sentimenti della morte le strade sono destinate verso tunnel senza via di scampo. A questo vento di odio bisogna contrapporre un vento d’amore, a chi divide gli esseri umani in bianchi e neri, bisogna contrapporre chi vuole unire i popoli del mondo per contrastare i cambiamenti climatici voluti dagli oppressori, a chi se la prende con gli oppressi del mondo e con le vittime delle guerre ingiuste bisogna contrapporre chi ha il coraggio di abbattere gli oppressori. Voi volete costruire un Paese infelice e rancoroso, senza futuro, noi vogliamo provare a costruire comunità in cui possa prevalere l’umanità. La storia è anche adesso, sta ad ognuna ed ognuno decidere che strada intraprendere. Noi abbiamo scelto. Quella della costruzione di un nuovo umanesimo, per sovvertire i rapporti di forza: la giustizia prima della legalità formale, l’essere prima dell’avere, l’uguaglianza prima della ricchezza, la non violenza prima di ogni forma di violenza, le persone prima delle cittadinanze, le libertà prima dei divieti, la solidarietà prima dell’egoismo, il noi prima dell’io, il capitale umano prima di quello economico, l’amore prima dell’odio. Vinceremo, ne sono certo, ma il tempo della vittoria, però, dipende dalla forza, dalla volontà e dalla passione di ogni persona che può scegliere di partecipare a questa rivoluzione copernicana.