Napoli protagonista di primo piano, giovedì 21 aprile, nel tradizionale scenario di Olimpia, in Grecia, della riaccensione della torcia olimpica che giungerà venerdì 5 agosto allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, per la cerimonia inaugurale dei Giochi della XXXI Olimpiade. La delegazione di Isolimpia, guidata da Fiammetta Miele, presidente dell’Associazione Amartea, che organizza i Giochi Isolimpici, con la partecipazione di Lucia Fortini, assessore regionale all’Istruzione, Politiche sociali e Sport; Luisa Franzese, direttore generale USR Campania; Igor Lanzoni, coordinatore EWOS (European Week of Sport) per la Presidenza del Consiglio – Dipartimento Affari Regionali, Autonomie e Sport; Panagiotis Theodoropoulos, vicepresidente mondiale AIMC, per il Panathlon International e il Comitato Pierre De Coubertin; Daniela La Foersta, vicepresidente di Amartea e docente di Marketing territoriale all’Università di Napoli Federico II; Mauro Brancaccio, ex olimpionico di basket e responsabile per lo Sport di Isolimpia; darà vita ad una cerimonia con la consegna alle autorità elleniche della Torcia Isolimpica, quale omaggio dei Giochi isolimpici ai suoi più illustri predecessori. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che lo scorso anno ha stretto un Giuramento d’Amicizia con il sindaco di Antica Olimpia Efthimios Kotzas, ha inviato un messaggio al suo collega ellenico, che sarà letto durante la cerimonia.
In tale occasione sarà evidenziata la presenza, nel Sacrario di Olimpia, dell’originale regolamento dei Giochi Isolimpici, donato dagli imperatori romani nel 28 d.C. alla patria dei Giochi Olimpici, che, riemersa negli scavi archeologici di fine ‘800, rappresenta la preziosissima testimonianza del collegamento diretto tra le due manifestazioni sportive.
Con questa presenza in un’occasione unica per lo sport mondiale, Isolimpia vede crescere pertanto il suo prestigio oltre i confini italiani: anche per il 2016, infatti, i Giochi Partenopei sono stati scelti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri fra le iniziative leader in Italia per la Seconda Settimana Europea dello Sport e la campagna #BEACTIVE, con partner di prestigio quali Panathlon International e il Comitato Italiano Pierre de Coubertin.
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Il legame, molto forte, tra l’Antica Olimpia e Napoli è testimoniato dalla presenza, fin dal 2 d.C., degli Italikà Romaia Sebastà Isolympia, svoltisi almeno fino alla seconda metà del III secolo d.C., talvolta con la presenza o la partecipazione degli stessi imperatori. Napoli ebbe, unica città d’occidente, il privilegio di celebrare i giochi italici in onore di Roma e di Augusto, pari per la quinquennalità ai giochi olimpici e detti perciò isolimpici. “E quel privilegio – scriveva il famoso archeologo Amedeo Maiuri – non era tanto dovuto a personale predilezione dell’imperatore o a ragioni di opportunità politica, quanto piuttosto alla sua intatta grecità: nel generale decadimento dell’ellenismo della Magna Grecia e della Sicilia, Neapolis, ancora greca di lingua, di istituzioni, di culti e di costume di vita, poteva essere considerata, nella prima età dell’impero, la metropoli dell’ellenismo d’occidente”.
Napoli, per affrontare l’impegno dei Sebastà, istituiti in onore di Augusto come ringrazia-mento per aver aiutato la città sconvolta da un terremoto, si dotò di tutti gli impianti necessari per lo svolgimento delle gare, come testimonia il grande complesso – uno dei pochi stadi rinvenuti in Italia – portato alla luce nel 2003 durante gli scavi per la costruzione della stazione Duomo della metropolitana in piazza Nicola Amore, riconosciuto, per le iscrizioni ritrovate, come “Il complesso monumentale dei Giochi Isolimpici”. La parete di fondo era rivestita da una serie di lastre di marmo – alcune conservate quasi integralmente, altre in frammenti – che portavano impressi lunghi elenchi dei vincitori degli Italikà Rhomaia Sebastà Isolympia. Dal momento che il muro chiude la struttura sul lato mare e che le colonne si affacciano sul versante opposto, è ipotizzabile che tra il portico e il tempio corresse una pista rettilinea per i “Ludica”, l’atletica, che coinciderebbe con parte dell’attuale corso Umberto.
“A tali Giochi – spiega Fiammetta Miele, presidente di Amartea, che dal 2013 ha fatto rinascere i Giochi Isolimpici Partenopei – partecipavano due distinte categorie: i giovani e i professionisti, che giungevano da ogni parte del mondo allora conosciuto, data la grande rinomanza dell’evento. Vi sono inoltre attestazioni anche della partecipazione femminile alle gare”. Tra le discipline praticate vi erano l’ippica, l’atletica, il pugilato e le varie forme di lotta, il pentathlon e diverse gare circensi di atleti sui cavalli.
La nostra scommessa, afferma ancora la Presidente di Amartea, è restituire a al capoluogo campano tale grande evento periodico di sport ed arti performative, nel quale si rispecchia l’identità partenopea, riportandolo al prestigio internazionale che ebbe in età imperiale. La presenza della nostra delegazione ad Olimpia e l’attenzione di tutte le istituzioni, indica che il percorso è tracciato e l’obiettivo raggiungibile.