di Marco Martone
Senza storia, senza la minima sofferenza, col piglio della grande squadra che sa vincere anche ottenendo il massimo risultato con il minimo dello sforzo. Napoli-Cagliari si può riassumere in questi pochi, elementari concetti. Un divario tecnico imbarazzante a favore degli azzurri, padroni del campo dal primo al novantesimo minuto, cui si può rimproverare soltanto il fatto di concretizzare troppo poco (nonostante la media di oltre 3 gol a partita), rispetto alle tante occasioni da rete create nell’arco della gara. Come contro il Benevento anche i sardi sono stati “archiviati” dopo una manciata di minuti. E questa volta ci ha pensato Marek Hamsik, che sta lentamente tornando alla forma migliore, autore del primo gol stagionale e di una prestazione finalmente al livello della sua classe. Una volta in vantaggio la squadra di Sarri ha potuto gestire la partita a proprio piacimento, andando vicino al raddoppio in almeno altre cinque occasioni, con Callejon, Mertens, Insigne, Ghoulam. Per il Cagliari il buio assoluto, fatta eccezione per un’incursione di Pavoletti, che non ha spaventato un Reina assolutamente inoperoso per tutto il pomeriggio. Il 2-0 è arrivato su rigore, a cinque dall’intervallo. Mertens l’ha tirato nel solito angolo (forse sarebbe il caso di variare un po’…) e la pratica è stata archiviata.
Nella ripresa gli ospiti non hanno avuto il tempo per riprendersi, che è giunto il terzo sigillo, con Koulibaly, che sta cominciando a prenderci gusto. Secondo gol, per lui, dopo quello dell’Olimpico.Il quarto gol non è arrivato solo per la bravura di Cragno, che ha salvato su Callejon. Nel finale spazio anche per Mario Rui e Ounas, che qualche minuti in più avrebbe potuto anche giocare, tutto sommato.
Ora c’è la sosta per le Nazionali, che tanto da’ fastidio a Sarri, poi alla ripresa due gare da brivido, Roma all’Olimpico e Inter al San Paolo. Cominciano gli scontri diretti e qualcosa di più chiaro sulla stagione del Napoli si inizierà a capire.