di Eleonora Belfiore
Al via la mostra “Branding Dalì. La costruzione di un mito”, curata da Alice De Vecchi e organizzata da Le Les Art, in collaborazione con con-fine edizioni e Me-diterranea Art, con il patrocinio del Comune di Napoli. Allestita nelle sale di Palazzo Fondi, sarà visitabile dal 25 ottobre fino al 2 febbraio 2020. Lʼesposizione analizza la produzione forse meno conosciuta ma decisamente emblematica di un uomo che, nel bene e nel male, ha saputo anticipare i tempi. Fu lui, infatti, il primo vero artista pop della storia dell’arte.
Il percorso espositivo mette insieme più di centocinquanta opere provenienti dalle collezioni della società francese Mix’s Art. Particolarmente suggestivi sono i tarocchi, le tauromachie surrealiste e le illustrazioni xilografiche della Divina Commedia.
Non è facile parlare di Salvador Dalì. Su di lui pesano, inevitabilmente, le sue presunte (ma sempre smentite) simpatie per i regimi fascisti, le contraddizioni di una personalità complessa, le innumerevoli provocazioni. André Breton, il teorico del Surrealismo, lo definì: “Avida Dollars”, un anagramma che poneva in luce la ricerca ossessiva di successo, fama e denaro dell’ex amico, ma anche, implicitamente, la sua innata capacità di trasformare in oro tutto ciò che toccava, andando oltre i famosi quindici minuti di celebrità profetizzati, poi, da Andy Warhol.
Il prestigioso evento è stato preceduto da un’interessante anteprima per la stampa. Durante la conferenza, Simone Mazzarelli, CEO di Urban Value, ha sottolineato come ci sia la volontà di trasformare Napoli in un “contenitore cosmopolita”. Gino Fienga, editore di con-fine edizioni e co-curatore della mostra, a tal proposito, ha più volte ribadito come, oggi, “sia possibile davvero fare business in modo diverso”.
La mostra non sarebbe stata possibile senza il prezioso supporto del progetto di rigenerazione urbana temporanea di Palazzo Fondi inaugurato il 13 marzo del 2018, sviluppato e realizzato da Urban Value insieme all’Agenzia del Demanio, comune di Napoli e Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio (ABAP). Come ha dichiarato Carmine Piscopo, Assessore ai beni comuni e all’urbanistica del comune di Napoli: “La rigenerazione urbana è un concetto che deve sempre tenere in considerazione le istanze collettive”.
Lʼarchietetto Francesca Gasparetto ha spiegato come lʼallestimento, originalissimo, sia stato curato da Art.URo Arte e Restauro, cercando di fondere, in una sorta di jam session, la modernità di Dalì con la cornice antica di Palazzo Fondi.Valore aggiunto di questa mostra, il solerte lavoro della dott.ssa Alessandra Zanchi, ufficio stampa nazionale, e della dott.ssa Emma Di Lorenzo, ufficio stampa regionale.
Salvador Dalì è riuscito a diventare immortale rendendosi egli stesso opera d’arte, unica, in modo effimero, caratterizzata dalla facile riproduzione tecnica, diventando così “brand” di se stesso. Come affermato in chiusura dalla curatrice Alice De Vecchi: “Salvador Dalì attuale perché ci racconta dal passato qualcosa del nostro presente”.
Ed è proprio questo il messaggio dellʼesposizione.
Da vedere.